Almaviva, da Regione pronti fondi per formazione Sindacati: «Basta proclami, ora azioni concrete»

«Finalmente, era ora che la Regione desse una risposta chiara in merito a una vertenza così importante. Adesso, però, vorremmo che questi proclami si concretizzassero e non rimanessero lettera morta. È già cominciato il countdown e non vorremmo che questi 17 mesi passino invano: ci aspettiamo azioni concrete». L’annuncio da parte della Regione dell’avvio a breve dei percorsi di formazione continua dei lavoratori siciliani di Almaviva, previsto nell’accordo siglato un mese fa al Mise, non convince fino in fondo i sindacati che nei mesi scorsi, durante i momenti torridi della vertenza, hanno sempre chiesto un ruolo più attivo da parte dell’esecutivo siciliano. Con l’accordo del 31 maggio, infatti, si è conclusa una vicenda che vedeva a rischio circa 3 mila lavoratori, e che per la durata di 18 mesi, prevede il ricorso ad ammortizzatori sociali, il tempo necessario a operare le riforme strutturali per l’intero settore del call center. Ma anche l’avvio di un percorso di formazione del personale, «essenziale» secondo i sindacati per rimanere competitivi in un settore in continua evoluzione come quello delle telecomunicazioni.

E ora, dopo l’annuncio dell’individuazione dei fondi da parte della vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, che consentiranno l’avvio dei percorsi «in tempi brevissimi», i sindacati chiedono tempi certi. L’occasione, il tavolo di verifica che si è svolto ieri pomeriggio a Roma, a distanza di un mese dalla firma dell’intesa: il prossimo incontro è previsto per il 1 agosto. L’opportunità per fare il punto sulla vertenza, ma anche per ribadire gli impegni assunti dal Governo e dalla Regione. «Abbiamo 17 mesi – dice il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso – per costruire un percorso e mettere in sicurezza definitivamente non solo i lavoratori Almaviva, ma anche tutto il settore delle telecomunicazioni. L’incontro è stata l’occasione per rinnovare l’impegno da parte del Governo a vigilare sulla mancata applicazione delle regole di settore – dal 24 bis alle delocalizzazioni – ma, soprattutto, per ricordare perché abbiamo accettato questo accordo: per dare un futuro ai lavoratori».

Un rilancio che secondo Rosso, infatti, deve realizzarsi soprattutto grazie alla formazione, in un mercato in sempre più indirizzato verso i servizi. «Perché la formazione deve servire per specializzare i lavoratori – sottolinea – è in questa direzione che si deve lavorare con il contributo di sindacati, Regione e azienda». Ma ormai non è più il tempo degli annunci e i sindacati chiedono fatti concreti: «Non possiamo consentire che la burocrazia faccia passare inutilmente questi 17 mesi. Ci aspettiamo che la Regione sia finalmente parte attiva per lo sviluppo di questo settore in Sicilia». E poi un avvertimento: «Non vorrei che l’approssimarsi delle prossime consultazioni elettorali risvegli l’interesse di tutti e alla fine, si riveli soltanto uno spot. Il settore delle telecomunicazioni è fondamentale per la Sicilia e per Palermo: il numero dei operatori di call center nel capoluogo, circa 10 mila, ha superato quello dei lavoratori edili. Noi continueremo a vigilare – conclude – affinché la Regione mantenga gli impegni». 


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