Dopo la lettera di una coppia di visitatori venuti in Sicilia per le vacanze e rimasti feriti dall'incuria che soffoca la bellezza della regione, arriva la risposta di Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell'Etna. Che segnala anche l'arrivo di un'altra mail identica ma da parte di un cittadino siciliano
Due turisti trevigiani sull’Etna, risponde il Parco «Servono controlli e multe, noi sensibilizziamo»
Dopo la lettera di denuncia di due turisti trevigiani in vacanza in Sicilia, arriva la risposta di Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell’Etna, ente proposto alla tutela e alla valorizzazione del vulcano etneo. «Spettabile Redazione, avevo risposto stamattina a una lettera identica a quella da voi pubblicata che ho trovato sulla mia e mail personale e su quella istituzionale, ma che riporta un’altra firma, per poi rendermi conto che una lettera, praticamente uguale, ma con firme diverse (nel vostro caso sarebbero una coppia di turisti trevigiani) sarebbe stata ricevuta anche da voi ancor prima che alle istituzioni. Pur trovandolo la coincidenza molto singolare, non mi accingo a nessun commento, credo che i lettori siano in grado meglio e più di me di comprendere l’arcano». Abbiamo risposto alla presidente del Parco dell’Etna facendo presente che la lettera non è stata ricevuta dalla redazione ma pubblicata – e così visibile e facilmente verificabile – sul profilo Facebook personale dei due turisti trevigiani, Giada Pastore ed Enrico Zeffiro, sabato 11 giugno. Ecco intanto la lettera di risposta di Mazzaglia alla segnalazione di Simone Cecchini, identica nei contenuti e nella forma – ma successiva – a quella della coppia del Nord Italia.
Gentilissimo sig. Simone
Ho appena letto la sua civilissima lettera e condivido i toni di indignazione profonda verso lo stato di degrado di alcune parti del territorio della Sicilia. Apprezzo anche lo sforzo di civiltà fatto da un visitatore che non si volta con indifferenza dall’altra parte ma lancia un grido di protesta verso uno status quo al quale, alcuni siciliani, non tutti per fortuna, sembrerebbero non prestare più molta attenzione. La bellezza abbagliante della nostra amata Sicilia e dei suoi paesaggi, siano essi montani o marini, stride profondamente con il degrado dei cigli stradali, con le piazzole di alcune strade statali invase da rifiuti ingombranti, con lo scarso controllo e con l’ancor più limitata attività sanzionatoria svolta in quest’ambito. E il singolo cittadino, o, in questo caso, il singolo visitatore si sente impotente, sente che l’unica azione che gli rimane è gridare a tutti la propria indignazione. Ed è quello che Lei ha fatto. Conosco questa sensazione molto bene e tante volte gridare attraverso i media o attraverso il rivolgersi all’Istituzione competente è stata anche la nostra azione, ma in questo territorio, mi riferisco al perimetro del Parco dell’Etna, che ho l’onore di presiedere, non siamo all’anno zero. In questo territorio (venti Comuni, 59.000 ettari) ci siamo già messi in cammino, proprio a partire dall’indignazione profonda verso un degrado che non ci piace e che non vogliamo accettare.
Lo abbiamo fatto da cittadini, da volontari, ma anche come rappresentati di una Istituzione, come il Parco, che pur avendo l’obiettivo della tutela dell’ambiente, non ha competenza in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ogni anno, da tre anni a questa parte moltissime attività di sensibilizzazione vengono proposte dal Parco a visitatori, scuole, Enti locali. Ogni anno le numerose associazioni ambientali e di volontariato che svolgono attività nel territorio del Parco dell’Etna si mettono in movimento, a migliaia, per ripulire piccole porzioni di territorio e restituire decoro all’ambiente e onore ai Siciliani per bene. La soddisfazione è che piano piano in alcuni Comuni, con alcune persone, con i bambini, con i volontari, la sensibilità verso questo tema, così delicato, ma essenziale per la qualità della vita delle popolazioni e per lo sviluppo turistico della Sicilia, si fa più attenta e vigile. E le aree ripulite rimangono pulite anche grazie alle sentinelle civiche che ormai sono sempre più numerose. L’ultima edizione di Meglio Parco che Sporco ha registrato numeri impressionanti di partecipazione. Un popolo di oltre mille volontari per un giorno ha indossato guanti mascherine e armato di scope e sacchi ha raccolto tonnellate di rifiuti.
Purtroppo non basta lo sforzo dei cittadini e dei volontari. Tutto il sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia deve mettersi a regime, a partire dalla necessità di realizzare gli impianti, con i sistemi più moderni e meno inquinanti, per superare un sistema che ancora vede nei rifiuti esclusivamente il problema e non la risorsa. Ma noi andiamo avanti, anche a partire dal suo grido d’allarme e la invitiamo ad unirsi a noi nelle iniziative che continueremo a mettere in campo per tenere alta l’attenzione sul tema dei rifiuti, senza necessariamente mortificare i tanti siciliani onesti e rispettosi delle regole e dell’ambiente con un “Vergogna!” che certamente non meritano. Infine al fine di rendere concreto il suo grido, e possibile la soluzione sia pur limitata a ciò che lei ha osservato, la invito ad indicarmi nel dettaglio quale parte del Parco dell’Etna era interessata dai fenomeni di abbandono dei rifiuti, in maniera tale che possa far seguito ad una segnalazione all’Ente competente. Può farlo anche Lei indirizzando queste informazioni direttamente al Corpo Forestale della Regione Siciliana, affinché attivi i controlli ed elevi le dovute sanzioni. Il grido da solo non basta, occorrono le azioni conseguenti.
Grazie e a presto.
Marisa Mazzaglia
Presidente del Parco dell’Etna