Un'operazione della squadra mobile di Catania pone fine a un sistema di coltivazione di cannabis, altamente organizzato e molto redditizio per gli arrestati. Tre le persone in manette che gestivano un laboratorio e un terreno dove sono state trovate, in tutto, circa tremila piante della sostanza stupefacente
Agnone, chiuso «laboratorio industriale» marijuana Polizia: «Trovati sofisticati sistemi di produzione»
«Un laboratorio industriale di marijuana». È così che gli uomini della squadra mobile di Catania definiscono la piantagione che hanno sequestrato nel corso dell’operazione
Great skunk. Angelo Rando, Domenico Conticello e Salvatore Carbonaro, questi gli uomini individuati dalla polizia come responsabili del reato di coltivazione e produzione della sostanza stupefacente. L’identificazione è stata possibile grazie a una complessa attività investigativa, svolta con metodi standard – osservazione oculare e pedinamenti – ma anche grazie a un gps installato sulla macchina di Conticello.
Dalle prime analisi gli investigatori hanno accertato che Rando e Conticello, cognati, si spostavano sempre con la vettura di quest’ultimo, una
Opel Corsa, e si fermavano spesso in contrada Gelsari, ad Agnone, nei pressi di un capannone che appariva in stato di abbandono, e in un terreno in contrada Cavetta. Grazie allo strumento satellitare si è verificato che i movimenti dell’automobile in queste due zone erano più frequenti di sabato. Per questo motivo, nel mese di maggio, sono iniziate le perquisizioni e i controlli sia nell’edificio che nel campo.
Nei locali del capannone è stato ritrovato un
vero e proprio laboratorio industriale per la coltivazione intensiva di marijuana. Erano sei gli ambienti di coltivazione, tutti dotati di sistema di irrigazione e di aerazione, nonché di illuminazione con lampade alogene. Una strumentazione che serviva al mantenimento delle 2500 piante di skunk, un tipo pregiato di marijuana molto bassa e robusta, che i poliziotti hanno potuto osservare nella struttura. Il «laboratorio» era dotato di sistemi sofisticati per la produzione a livello industriale: sistemi di depurazione dell’acqua con l’osmosi inversa, timer, climatizzatori e stufe, fertilizzanti. Nonché aree adibite all’essiccazione e stagionatura.
Nel
terreno in contrada Cavetta, poi collegato a Domenico Conticello, sono state sequestrate altre cento piante di marijuana. Da un controllo eseguito con l’ausilio di tecnici Enel, gli inquirenti hanno accertato che l’impianto di illuminazione della serra risultava allacciato abusivamente alla rete elettrica pubblica. Contestualmente, dopo un’altra perquisizione eseguita in contrada Gelsari, nel giardino e nel balcone di un’abitazione sono state trovate altre 400 piante riconducibili a Salvatore Carbonaro, vicino a Rando e Conticello, anch’egli catanese ma residente ad Agnone.
Con il sequestro del capannone è stato interrotto
un ciclo di produzione di stupefacenti che avrebbe fruttato grandi guadagni, tenuto conto che da ciascuna pianta si potevano ricavare circa 800 grammi di marijuana. Per questo motivo, indagati anche per furto di energia elettrica, Rando e Conticello sono stati portati nel carcere di Siracusa Cavadonna mentre Carbonaro è stato posto ai domiciliari.