La vedova dell'imprenditore ucciso proseguì la sua rivolta e nel 1992 venne anche eletta senatrice nelle liste dei Verdi. Oltre all'impegno parlamentare si adoperò per la promozione di associazioni antiracket
Palermo, è morta Pina Maisano Grassi Addio a simbolo della lotta contro pizzo
È morta Pina Maisano Grassi, vedova dell’imprenditore Libero ucciso per la sua rivolta contro il racket. Scompare una delle figure più emblematiche della ribellione contro il pizzo e contro la mafia. Colta da malore, è stata accompagnata dai figli Davide e Alice all’ospedale Villa Sofia dove si è spenta.
Laureata in architettura, aveva 87 anni. Aveva sposato nel 1956 l’imprenditore Libero Grassi che all’inizio degli anni Novanta era stato cercato e minacciato da un esattore della mafia. Grassi aveva denunciato il tentativo di estorsione e poi aveva scritto una pubblica lettera al geometra Anzalone, nome di copertura dell’emissario, per lanciargli una sfida: non avrebbe mai pagato. Il caso ebbe una notevole risonanza mediatica e provocò all’epoca anche una divisione nella Confindustria. Il 31 agosto 1991 Libero Grassi venne ucciso.
La sua rivolta venne proseguita dalla moglie che nel 1992 venne anche eletta senatrice nelle liste dei Verdi. Oltre all’impegno parlamentare la vedova di Grassi si adoperò per la promozione di associazioni antiracket (era presidente onorario di Libero futuro) e per la diffusione di una rivolta sociale contro la mafia del pizzo. Fino all’anno scorso ha partecipato attivamente a iniziative e incontri soprattutto nelle scuole.