La giudice Cristina Lo Bue non ha accolto la richiesta dell'Avvocatura dello Stato, in rappresentanza degli interessi del ministero della Difesa. Per la togata, il pronunciamento sulle autorizzazioni non ha nulla a che vedere con i presunti reati ambientali commessi nella costruzione delle tre parabole
Muos, Tribunale rigetta richiesta di dissequestro Sentenza del Cga non condiziona le motivazioni
Dopo la Cassazione, tocca al Tribunale di Caltagirone confermare la validità del sequestro del Muos. La giudice Cristina Lo Bue ha respinto la richiesta presentata dall’Avvocatura dello Stato – che tutela gli interessi del ministero della Difesa, a sua volta in linea con le richieste del governo statunitense – di dissequestrare l’impianto satellitare di Niscemi. Alle tre parabole, costruite all’interno della base militare statunitense, rimarranno ancora i sigilli, così come deciso l’1 aprile dello scorsa anno dallo stesso Tribunale, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera.
Lo stesso capo della procura calatina, insieme all’avvocato Goffredo D’Antona, in rappresentanza dell’associazione Rita Atria, ha richiesto la conferma del sequestro. Misura approvata dalla giudice, secondo la quale la recente decisione del Consiglio di giustizia amministrativa – che a inizio maggio si è pronunciato sulla legittimità delle autorizzazioni che hanno accompagnato l’iter di realizzazione dell’impianto – non influenzano le motivazioni del sequestro. Al centro della questione – e a riguardo da due settimane è in corso un processo – c’è infatti la costruzione del sito in un’area ambientale a inedificabilità assoluta.