Cecilia Caccamo ha giurato martedì sera, subentrata al posto di uno dei due consiglieri dimissionari. «Avevo pensato di rinunciare, ma ho cambiato idea dopo il confronto con il mio movimento Cambiamo Messina dal basso». Tra i suoi obiettivi trovare uno spazio stabile dove consentire agli artisti di esporre
Messina, compagna di Accorinti diventa consigliera «Basta sminuirmi, non perdo il mio spirito critico»
Trentasette anni, insegnante di Arte e Immagine e anche di sostegno, Cecilia Caccamo è alla sua prima esperienza politica di questo livello. Martedì sera ha giurato in consiglio comunale prendendo il posto di uno dei due consiglieri dimissionari Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. Membro del movimento Cambiamo Messina dal basso, è legata sentimentalmente al sindaco Renato Accorinti da quasi tre anni. Una storia cominciata proprio dopo l’elezione a sindaco. E proprio il fatto di essere la compagna del primo cittadino aveva fatto pensare che per questioni di opportunità non avrebbe accettato di diventare consigliere comunale.
Qualcuno ha sollevato dubbi sul fatto che dovesse accettare, cosa l’ha spinta a far parte del consiglio comunale?
«Mi sono posta da subito questo problema e avevo deciso di rinunciare. Ma per la mia esperienza all’interno del movimento era indispensabile che questa decisione arrivasse dopo un confronto con il gruppo. Alla base dell’esperienza di CMdB c’è proprio l’idea di fare politica in modo partecipato. Alla fine ho ritenuto di dover accettare. Mi sono anche sincerata che non esistesse alcuna forma di incompatibilità vista la mia relazione. Ma la legge regionale che regola i rapporti tra consiglieri comunali e sindaco non prevede alcun tipo di problema per eventuali relazioni personali. Questo mi ha tranquillizzato».
Come risponde agli attacchi che sono arrivati anche dai social?
«Mi aspettavo che qualcuno avrebbe avuto da ridire, ma occorre alzare i livelli della discussione. Non si può continuare a parlare di me semplicemente come la compagna del sindaco, perché questo significa sminuire la mia persona. Il fatto di essere legata al primo cittadino non mi toglie lo spirito critico che mi ha sempre contraddistinto nella mia carriera professionale, e anche nel mio impegno nel sociale».
In questi tre anni anche le due consigliere elette tra le liste che hanno sostenuto Accorinti hanno avuto dei contrasti con l’amministrazione.
«È inevitabile che ci siano dei contrasti. Se mi renderò conto che ci sono delle cose che contrastano con il percorso tracciato ad inizio della legislatura, lo farò notare. Sono stata la prima firmataria della carta degli intenti, documento prodotto in campagna elettorale, con il programma della squadra. Ho partecipato in modo attivo durante la campagna elettorale e anche dopo. Poi per impegni professionali ho dovuto un po’ allentare. Non è una sorpresa che alcune scelte dell’amministrazione siano state controverse, ma le prospettive cambiano e dall’essere in disaccordo dopo un confronto ci si arricchisce».
La sua relazione con il primo cittadino le ha dato la possibilità di vivere e assistere in modo privilegiato ai tanti problemi che l’amministrazione si è ritrovata ad affrontare. Qual è stato lo scoglio più difficile da superare?
«Senza dubbio il buco finanziario che hanno trovato quando si sono insediati. È stata la difficoltà maggiore che ha paralizzato tutta l’attività amministrativa. Con il senno di poi, credo che si dovesse intervenire con più tempestività nel chiamare la squadra di esperti arrivati dalla Toscana, (la stessa che ha visto poi Luca Eller Vainicher, diventare assessore al Bilancio, ndr). La raccolta differenziata non è potuta partire perché non c’erano i soldi per pagare l’assicurazione dei mezzi acquistati a dicembre e rimasti in un deposito ad Acireale. L’assessorato alla Cultura si è ritrovato ad organizzare eventi senza nemmeno un centesimo. Per non parlare dei disagi provocati dalla mancata approvazione del bilancio previsionale 2015. Non posso, né voglio togliere le responsabilità del collegio dei revisori dei conti che hanno rimbalzato per mesi il documento finanziario. Ieri sera alla prima seduta del consiglio alla quale abbiamo partecipato, la presenza dei lavoratori dei servizi sociali che hanno protestato contro i consiglieri, ha dimostrato come ci sia una città in ginocchio».
Che clima ha trovato in consiglio?
«Complesso, perché la situazione è complessa. Ci sono state vicende giudiziarie che hanno profondamente scosso l’aula. Ci vorrebbe un confronto su questi temi, come hanno già proposto alcuni consiglieri. Dai colleghi sono stata accolta in modo cordiale. Il dialogo è fondamentale».
Quale sarà il suo apporto dentro l’aula consiliare?
«Cercherò di creare una maggiore connessione tra l’attività dei consiglieri. Mi piacerebbe vedere realizzato il sogno di partecipazione tra le varie realtà che hanno sostenuto questa amministrazione. Ancora oggi ci incontriamo due volte a settimana dopo la giunta, il martedì e il giovedì per confrontarci sull’attività amministrativa. Si sta cercando di costruire il sogno iniziale, tutto resta perfettibile e perfezionabile. Come artista vorrei si creasse una sinergia con l’assessorato alla Cultura per trovare uno spazio stabile dove consentire agli artisti di esporre. Soprattutto a quelli che non possono permettersi di affittare una sala. È stato un impegno che ho preso con i miei elettori durante la campagna elettorale e vorrei portarlo a termine. Vorrei poi incrementare i rapporti con la scuola, che è il mondo in cui lavoro. Dall’educazione delle nuove generazioni arriva il vero cambiamento»