A proposito dei tetti di Eternit dei capannoni di San Giorgio il responsabile del Servizio Igiene pubblica dell'Asl 3, Rosario Giannone usa toni tranquillizzanti: 'Non sempre la presenza di amianto è allarmante, bisognerebbe misurare il grado di libertà delle fibre'
L’Asl: ‘La pericolosità dipende da tanti fattori’
La pericolosità dell’amianto dipende dal grado di libertà delle fibre, ossia dalla capacità dei materiali di rilasciare fibre potenzialmente inalabili; la presenza in sé dell’amianto, infatti, non sarebbe necessariamente pericolosa. Lo spiega Rosario Giannone responsabile del Servizio Igiene pubblica dell’Asl 3 di viale Vittorio Veneto che tiene però a smorzare l’allarme. Il tecnico assicura che non c’è alcuna norma che obbliga la Usl a eliminare depositi di questi genere anche se “è chiaro che se c’è una discarica abusiva bisogna eliminarla”. Ma allora una discarica di amianto corrisponde a qualunque altro accumulo di spazzatura? Certo che no. “Si può fare una valutazione per sapere se c’è una dispersione dell’amianto nell’ambiente circostante e, di conseguenza, una vera e propria pericolosità diretta. La normativa impedisce sì l’utilizzo dell’amianto ma non nei termini che spesso vengono fraintesi dall’opinione pubblica”. Come si dovrebbe intervenire ? “Se lo si vuole smaltire, l’Asl interviene per presenziare l’operazione di smaltimento. Di solito è una ditta che procede, mentre gli ispettori verificano che tutto venga fatto correttamente. Il sindaco è l’autorità sanitaria, ma il Comune ha solo compiti di censimento. L’Arpa? Potrebbe intervenire per fare le rilevazioni nell’aria, ma non è facile che amianto esposto a questi livelli possa essere respirabile…”. Un bel rebus, nonostante la legge pare abbia già detto tutto.
(Articolo pubblicato su il Giornale di Sicilia, edizione di Catania, il 30 novembre 2008)