L'ex capogruppo del Pd, transitato insieme al suo mentore in Forza Italia, è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Molti gli episodi contestati. Il prefetto potrebbe sospenderlo dalla carica. A subentrargli non sarà il primo dei non eletti nel Pd, perché pure lui arrestato ieri
Voto di scambio, il consigliere «al vertice del sistema» Paolo David, dalla massoneria alla fedeltà a Genovese
Per il consigliere comunale Paolo David, arrestato all’alba di oggi con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a reati di corruzione elettorale, potrebbe arrivare presto la sospensione dalla carica con un’ordinanza del prefetto. È lui, secondo gli inquirenti, «il vertice del sistema». Quella di ieri sera a palazzo Zanca, dunque, è stata l’ultima seduta a cui ha preso parte prima di venire arrestato. A succedergli non sarà il primo dei non eletti nella lista del Pd, cioè il ginecologo ed ex consgiliere Giovanni Cocivera, perché anche lui è stato arrestato ieri nell’ambito dell’inchiesta sugli aborti clandestini. Il posto di David in consiglio a questo punto dovrebbe essere preso da Gaetano Gennaro.
Dirigente di banca, David è da sempre stato un fedelissimo del deputato nazionale di Forza Italia Francantonio Genovese. E quando quest’ultimo, a dicembre, ha ufficializzato il suo passaggio a Forza Italia, proprio David, capogruppo del Pd, è stato tra i primi a scegliere di transitare nel partito di Silvio Berlusconi. Rinviato a giudizio per la vicenda Gettonopoli, David è alla sua terza esperienza amministrativa. Dal 2005 al 2007 con l’amministrazione Genovese. A seguire, nel 2008 e fino al 2013, con l’amministrazione Buzzanca, per finire con l’elezione alle amministrative del 2013 che hanno visto la vittoria di Renato Accorinti. Proprio durante l’ultima tornata elettorale – al centro delle indagini che hanno portato oggi a 35 arresti – David ha ottenuto 1.519 preferenze. Una campagna che, stando alla dichiarazione di spese elettorali, gli è costata ufficialmente 9.400 euro: tremila euro tra manifesti e striscioni, 1.500 euro per pubblicità editoriale, 2.500 euro per cene, mille euro per aperitivi ed altri 1.500 euro circa per telefono, benzina e spese di segreteria. Un contributo elettorale di 2.500 euro gli viene garantito dalla Caronte&Tourist, compagnia di navigazione sullo Stretto di Messina di proprietà della famiglia Genovese.
Un elenco di spese che, stando alla gip Maria Teresa Arena che ne ha ordinato l’arresto, sarebbe solo la punta legale di un iceberg fatto di condotte illecite. Nell’ordinanza vengono elencate tutte le promesse che il politico avrebbe fatto per ottenere voti per sé o favore dei deputati Genovese e Francesco Rinaldi. Condotte portate avanti «con sistematicità e straordinaria pervicacia». La giudice sottolinea che l’arresto si è reso necessario perché, considerando la «gravità delle condotte e la personalità dell’indagato», quest’ultimo «non si atterrebbe alle prescrizione imposte da misure diverse». Il consigliere sarebbe riuscito a costruire un imponente rete clientelare. «Non deve sfuggire – si legge nell’ordinanza – come David in maniera trasversale, sia riuscito a inserire nel sodalizio persone della più varia estrazione (dall’imprenditore al poliziotto, a personaggi vicini a contesti criminali anche mafiosi, ove non addirittura direttamente inseriti nei clan) ed abbia piegato quell’imponente rete relazionale che ha costruito intorno a sé all’esclusivo perseguimento del programma criminoso ideato ed attuato in forma associata».
La politica non sarebbe l’unica passione di David. A questa si aggiungerebbe la massoneria. Il giornalista Antonio Mazzeo ricorda che «il nome di Paolo David compariva nei primi anni ’90 nell’elenco della loggia massonica Minolfi del Grande Oriente d’Italia, e ne fa tuttora parte». Nell’ordinanza che motiva il suo arresto non si fa esplicito riferimento alla massoneria. Tuttavia gli inquirenti, tra i casi di presunto scambio di voto, citano una telefonata con un ufficiale medico dell’esercito «che appellava “fratello” e con il quale faceva riferimento ad una riunione con i “venerabili”», termini usati comunemente da appartenenti a logge massoniche.