Cinque circostanze finite nei corridoi di piazza Verga, assegnate alla stessa magistrata e concluse con assoluzioni e prescrizioni. Tra gli indagati, insieme ad altri, c'è il dirigente dell'ufficio fiscale giarrese. Una vicenda «singolare» secondo i senatori pentastellati, che chiedono l'invio degli ispettori in Comune e procura
Giarre, i casi giudiziari del dirigente comunale Lipari M5s: «Verificare l’interessamento della pm Laudani»
Inviare gli ispettori al Comune di Giarre e alla Procura di Catania. È la richiesta che arriva, attraverso un’interrogazione parlamentare, dai senatori del Movimento 5 stelle. Nel dettagliato documento si approfondisce l’attività amministrativa nel centro ionico. E, in particolare, del dirigente dell’ufficio fiscale, Letterio Lipari, al centro di numerose indagini da parte della procura di Catania e in forte contrasto con li sindaco dimissionario Roberto Bonaccorsi. Dall’altra parte, i pentastellati chiedono chiarezza sul lavoro di Tiziana Laudani, la pm che, in quasi tutti i casi contestati, è stata titolare dei fascicoli. L’elenco delle contestazioni è lungo. Si va dal concorso per i vigili urbani del 2010, in cui furono previsti i nomi dei vincitori, alle cosiddette spese pazze per le telefonate. Fino alla delibera con cui fu raddoppiata la tassa sull’acqua, passando per i costi esorbitanti per il trasferimenti degli uffici comunali nella sede di via Federico di Svevia e per l’appalto per la pubblica illuminazione assegnato alla Telecom senza gara d’appalto. Episodi in cui Lipari svolge un ruolo da protagonista.
L’interrogazione – primo firmatario il senatore Mario Giarrusso – sottolinea come «le attuali vicende giudiziarie che riguardano il Comune di Giarre appaiano piuttosto singolari, sia per il reiterato coinvolgimento di diversi dirigenti dell’amministrazione sia per il sistematico interessamento della dottoressa Tiziana Laudani nelle questioni che riguardano i protagonisti delle vicende». A cominciare dall’accusa di falsità materiale nei confronti di Lipari e dell’istruttore direttivo contabile, Salvatore Trischitta, «per avere – scrivono i senatori – alterato e modificato alcuni documenti contabili richiesti da un ispettore del ministero dell’Economia». Dalla notizia di chiusura delle indagini sul caso – affidate a Laudani – alla richiesta di rinvio a giudizio – formulata da un altro pm – passano sette anni. Lo scorso 5 novembre gli imputati vengono prosciolti per intervenuta prescrizione. Altro caso è la contestata determina 75-bis con cui l’ex sindaca Teresa Sodano e lo stesso Lipari hanno raddoppiato il canone per l’erogazione dell’acqua, che ha permesso di chiudere il bilancio del 2012. Su entrambi «ancora oggi pende un ulteriore rinvio a giudizio sempre per il reato di falso e abuso d’ufficio». Dal 2013, «la successiva udienza preliminare è stata prevista per il mese di aprile 2016 e i tempi per una sua conclusione appaiono ben lontani». Anche questa indagine è stata assegnata a Laudani.
Clamorosa è poi la vicenda del concorso per l’assegnazione di sette posti di vigili urbani nel 2010. Con i nomi dei possibili vincitori inviati prima del verdetto, in busta chiusa, al quotidiano La Repubblica. E poi risultati esatti. La pm Laudani «avrebbe richiesto l’archiviazione di una denuncia». Archiviazione singolare, secondo i senatori M5s, tenuto conto che sarebbe stato proprio Lipari a fornire il contenuto dei quiz alla ditta che si è occupata delle prove. Proprio tra i vincitori di quel concorso c’è Giuseppe Trischitta, figlio del funzionario Salvatore, accusato di peculato, insieme ad altri dirigenti del Comune, per aver utilizzato i telefoni cellulari di servizio per «chiamate personali, videopoker, siti vietati ai minori». La pm Laudani «avrebbe chiesto l’assoluzione, sostenendo che il fatto non sarebbe previsto dalla legge come reato». Giarrusso e i colleghi analizzano poi la procedura che ha visto la stabilizzazione di Lipari. I senatori ricordano come la commissione che ha valutato il suo operato sia stata affidata «all’avvocata Agata Burtone, sorella di un esponente politico di rilievo nazionale. Entrambi i fratelli Burtone intrattenevano con Lipari rapporti amicali sin dai tempi in cui questi prestava servizio come dirigente al Comune di Militello Val di Catania». Stessa provenienza di altri componenti della commissione: due commercialisti ex revisori dei conti comunali. A trattare il caso è stata ancora una volta Laudani che ha chiesto «l’archiviazione del procedimento».
La denuncia prende ancora in esame due appalti assegnati senza gara da Lipari: due milioni di euro per la pubblica illuminazione e un milione e mezzo per il trasferimento degli uffici comunali. Nel primo caso i senatori ricordano che era stato assegnato da Lipari «a Telecom Italia spa, con affidamento diretto e in assenza di procedure ad evidenza pubblica». Su questo episodio Laudani ha chiesto un supplemento d’indagine, mentre il primo vincitore del bando avrebbe chiesto un risarcimento, «che, ragionevolmente, potrà produrre un danno erariale non indifferente per il Comune». Infine si fa riferimento alla doppia indennità elargita da Lipari, in qualità di responsabile finanziario, al consigliere comunale Raffaele Musumeci, «attualmente dichiarato incompatibile con la carica rivestita, nonché tenuto alla restituzione di circa 45mila euro». I parlamentari pentastellati, infine, concludono ricordando «l’acquisto, disposto da Lipari, di software inutilizzati o addirittura inesistenti, causando un ulteriore e insostenibile esborso per il Comune già vessato da una situazione di pre-dissesto».