Liberazione, Cortei scout e celebrazioni ricordando Otello Orlando: «I migranti sono vittime di un nuovo fascismo»

Palermo celebra la Liberazione. Lo fa ricordando anzitutto uno dei suoi protagonisti, Placido Armando Follari, il comandante Otello, scomparso nel gennaio scorso, che da anni accompagnava il corteo istituzionale nella deposizione della corona dei fiori alla lapide dei caduti della Resistenza di Cefalonia, all’interno del Giardino inglese. «Per la prima volta – dice il sindaco Leoluca Orlando – celebriamo il 25 Aprile senza di lui, figura di grande umanità, di fede che viveva l’impegno di liberazione come un impegno umano». 

Deposta una corona anche al cippo in memoria di Pompeo Colajanni, il comandante Barbato, di cui la sezione locale dell’Associazione nazionale partigiani porta il nome. E proprio il presidente dell’Anpi siciliano, Ottavio Terranova, ha voluto ricordare «i molti siciliani che hanno preso parte alla lotta per la Resistenza e il loro impegno». Il corteo, che si è poi spostato a piazza Verdi, dove la Corale della polizia municipale ha intonato le note del Va, pensiero di Giuseppe Verdi, per poi concludersi con la deposizione di un’ultima corona a Palazzo delle Aquile. 

«In questa giornata di festa, di liberazione dal nazifascismo – prosegue Orlando – bisognerebbe chiedersi dove sono oggi i nuovi genocidi, dove sono le nuove vittime di violenze, delle meschinerie finanziarie e dei nuovi fascismi. Vittime che sono sicuramente i migranti». Nel pomeriggio, poi, l’incontro con la marea di scout che ha invaso le strade cittadine per il Consiglio regionale degli anziani. Circa duemila ragazzi tra gli 11 e i 12 anni, che si sono recati in corteo in via Notarbartolo, davanti all’albero Falcone, dove hanno incontrato i familiari di alcune vittime di mafia.

«L’impegno civico di questi ragazzi – conclude Orlando – è la conferma che la cultura della legalità dei diritti è ormai radicata in tutti noi e sono particolarmente felice che l’entusiasmo di questi ragazzi abbia come teatro la nostra città non più governata dalla mafia, che pur tuttavia continua ad esistere, ed è ormai luogo di uguaglianza, integrazione e solidarietà».


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