Uno strumento offerto da Confcommercio Palermo, al quale già diversi imprenditori si sono rivolti per l’accesso alle legge detta anche salva suicidi. Attivo dal 2016, cerca di supportare chi, pur trovandosi in difficoltà, può riprendersi ancora grazie a un processo di ristrutturazione ratteizzato del debito
Sportello Sos impresa per le aziende in crisi Di Dio: «Siamo tornati ai numeri di 13 anni fa»
Un servizio di consulenza per ottenere i benefici derivanti dalla legge sul sovraindebitamento a favore degli imprenditori stritolati dai debiti. È questo l’obiettivo dello sportello Sos Impresa di Confcommercio Palermo, al quale già diversi imprenditori si sono rivolti per ottenere le informazioni necessarie per l’accesso alle legge 3 del 27 gennaio del 2012, detta anche salva suicidi. Attivo dall’inizio del 2016, il servizio cerca di supportare e dare soluzioni a chi, pur trovandosi in difficoltà, si trova alla guida di una azienda sana che può ancora riprendersi attraverso un processo di ristrutturazione dei propri debiti. Uno strumento ancora poco conosciuto e, di conseguenza, poco utilizzato ma che secondo la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio, troverà in breve tempo un adeguato utilizzo per i benefici che può dare.
«Abbiamo e stiamo attraversando una crisi epocale, ancora peggiore di una guerra – afferma Di Dio – che ha riguardato tutti i settori, nessuno a Palermo e in Sicilia si può dire escluso. Sembra di essere tornati ai numeri di 13 anni fa: siamo al settimo anno di crisi, e se anche ci fosse la ripresa di cui tutti parlano, prima di recuperare la ricchezza bruciata in questi anni, di tempo ne passerà». Un quadro sicuramente poco rassicurante, al quale Confocommercio cerca di porre rimedio anche attraverso la diffusione e la conoscenza dello sportello che tra le altre cose, grazie a una convenzione con l’ordine degli Psicologi, fornisce un supporto da parte di professionisti. Ma l’aspetto più importante, riguarda l’accesso alle legge 3/2012 perché rappresenta una soluzione concreta ai problemi dell’imprenditore.
«Si tratta di uno strumento ancora in via sperimentale – prosegue – e non vorremmo dare speranze illusorie. Per le aziende decotte non c’è nulla da fare ma l’obiettivo è di mettere le imprese ancora sane in condizioni di lavorare blindandole dalle procedure di pagamento che riceve dallo Stato, dall’Inps e dai suoi creditori». «La legge – afferma Luigi Romano, commercialista di Confcommercio che segue lo sportello – prevede una proposta del debitore (società o privato) al tribunale per una ristrutturazione del proprio debito». Il tribunale provvederà poi a nominare un professionista che si seguirà la presentazione del piano attestandone la veridicità dei dati forniti dal debitore.
«La legge per quanto farraginosa e migliorabile – prosegue Romano – offre al debitore uno strumento per assolvere ai suo obblighi garantendogli la dignità per poter proseguire la propria attività professionale». Il piano di restituzione può prevedere una maggiore rateizzazione o uno stralcio del debito o entrambi. Nel caso in cui il debitore non dovesse rispettare le modalità di pagamento del piano, perderà i benefici. «Qualora il piano interessi un’azienda – conclude Romano – questo potrà esser autorizzato dal giudice soltanto attraverso il consenso tacito o espresso del 60 per cento dei creditori».