Un lungo tappeto di ombrelli e striscioni ha invaso il rione del centro storico al grido di «Ballarò è nostra e non di Cosa nostra». Applausi alle parole di don Enzo Volpe che ha portato il saluto del giovane gambiano ferito alla testa dopo una lite. Corteo bersagliato dal lancio di ortaggi da parte di alcune donne. Guarda le foto
Ballarò, in migliaia sotto la pioggia per Yusupha Tensioni davanti casa dei parenti dell’aggressore
Neanche la pioggia è riuscita a fermare le migliaia di persone che si sono riversate nelle vie di Ballarò per Yussupha Susso, il 21enne del Gambia ferito alla testa da un colpo di pistola dopo una lite. Il corteo si è presentato come un lungo tappeto di ombrelli colorati con a capo i ragazzi di Baddarhome, giovani dai 14 ai 20 anni con cui Yusupha era impegnato per la riqualificazione del campo di bocce del rione storico. «Non spegni il sole se gli spari addosso» c’era scritto sullo striscione che tenevano alto. Un messaggio indelebile nonostante i tentativi della pioggia, che è soltanto riuscita ad espanderne i colori.
Non sono mancate le tensioni. Il corteo appena svoltato per entrare a Ballarò, in via delle Case Nuove, nei pressi dell’abitazione di Emanuele Rubino, il giovane in carcere per aver sparato a Yusupha Susso, è stato oggetto del lancio di frutta e altri oggetti da parte di alcune donne, arginate dall’intervento della polizia.
E a marciare per Yusupha c’erano tutti, dalle associazioni ai cittadini, dal sindaco e parte della giunta a chi gli si oppone strenuamente. C’erano le Agende rosse e l’Università, il Palermo pride el Forum antirazzista, le associazioni di categoria e i venditori ambulanti, le scuole del quartiere: la Nuccio e il liceo scientifico Benedetto Croce, con gli alunni al seguito, oltre che Libera, Addiopizzo, Sos Ballarò e tanti altri al grido di «Ballarò è nostra e non di Cosa nostra».
E proprio dal campo di bocce di Ballarò, punto di arrivo della manifestazione, si è levato un grande applauso a sottolineare le parole di don Enzo Volpe, parroco di Santa Chiara, che ha comunicato il messaggio del giovane gambiano: «Yusupa è fuori pericolo, vi ringrazia e vi saluta tutti dall’ospedale». «Palermo – dice il sindaco Leoluca Orlando – si conferma città dell’accoglienza e si schiera contro ogni forma di violenza da parte di chiunque a danno di chiunque e ancor di più quando questa ha uno sfondo razzista e mafioso».