Gaetano Melfi e Peppe De Caro proveranno a ripercorrere l'itinerario che collega i vertici della Sicilia. Quattrocento chilometri di strade antiche, immersi tra storia e natura: «Recuperare la memoria significa restituire identità», scrivono nella pagina Facebook dedicata al progetto. Guarda le foto
Da Kamarina a Mozia lungo la Trasversale sicula Il viaggio fra le regie trazzere di due ricercatori
Con l’auto sarebbero più di 270 chilometri e quattro ore di viaggio, percorrendo la costa meridionale della Sicilia. A piedi e passando per l’entroterra molto di più, ma non è questo quel che conta. L’interesse di Gaetano Melfi e Peppe De Caro, ricercatori e camminanti vittoriesi, è un altro: riscoprire e mappare l’antica Trasversale sicula. Un percorso della cui esistenza parlò Biagio Pace, studioso comisano che visse nella prima metà del Novecento. Secondo il quale esisteva la possibilità di tagliare in diagonale la Sicilia percorrendo una serie di regie trazzere. Tale tragitto, chiamato Trasversale Sicula, avrebbe collegato l’hinterland ragusano con il Trapanese.
Ed è seguendo questo itinerario che, stamattina, Melfi e De Caro si sono messi in cammino, partendo dal promontorio di Karmarina, nel territorio di Scoglitti (Rg). I due, stando ai programmi, attraverseranno molti Comuni prima di arrivare all’isola di Mozia, luogo scelto come traguardo. Con l’obiettivo dichiarato di «restituire alla fruibilità pedonale interi territori dimenticati e che, invece, hanno costituito per millenni l’asse portante degli spostamenti e dell’economia isolana».
Il progetto sarà raccontato sulla pagina Facebook Antica Trasversale Sicula. «Recuperare la memoria storica degli antichi percorsi rurali e con essi tutte le testimonianze come città, fondaci, abbeveratoi, stazioni di posta, ponti che si avvicendavano via via lungo le strade significa restituire identità a un intero paese», si legge nella presentazione di quella che ha tutti i requisiti per essere definita una vera e propria avventura tra storia e natura.
Avventura che non sarà priva di punti interrogativi. Infatti, nonostante l’intento dei due ricercatori sia quello di ripercorrere nel dettaglio il percorso, la reale riuscita dipenderà anche dalle condizioni delle trazzere. «L’immenso patrimonio delle trazzere, formatosi nel corso dei millenni, andò sviluppandosi in epoca preistorica per la transumanza degli animali e per collegare tra loro i primi centri abitati che si andavano costituendo nell’Isola», si legge nella pagina. Lungo il viaggio, De Caro e Melfi posizioneranno delle frecce così da consentire in futuro, a chi lo volesse, di replicare l’impresa.
Il progetto, infine, prevede anche la realizzazione di una guida ufficiale che sarà arricchita dai racconti e aneddoti che i due raccoglieranno durante il viaggio. Che è aperto a tutti e conterà molto sull’ospitalità delle comunità dei luoghi attraversati dai camminanti. Tra i quali Kamarina, Castello di Donnafugata, Comiso, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Vizzini, Licodia Eubea, Grammichele, Mirabella Imbaccari, Morgantina (ex Colonia di Kamarina), Valguarnera Caropepe, Lago di Pergusa, Villarosa, Villa Priolo, Alimena, Resuttano, Tudia, Vallelunga Pratameno, Castronovo di Sicilia, Riserva Naturale Orientata Monte Carcaci, Prizzi, Corleone, Roccamena, Calatafimi, Segesta, Fulgatore, Logogrande, Mozia (Marsala).