Dai Cantieri culturali al Palazzetto dello sport, dal Velodromo alla Fiera. Salvatore Cattaneo, prendendo spunto dalle parole dell'assessore Gini, che riconosce la mancanza di un posto in cui poter ospitare i grandi eventi, scrive di quei luoghi che sarebbero invece ideali, ma che per diversi motivi sono inutilizzabili
Concerti a Palermo, la lettera di un lettore «Gli spazi ci sono, è la città a essere morta»
Questa mattina con parecchio rammarico dopo aver letto l’articolo che avete proposto in riferimento ai prossimi concerti di Mika e dei Negramaro ho cominciato a sentire prudere le mani e mi sono ritrovato quasi costretto a scrivere una lettera di risposta, anzi di riflessione su ciò che sta avvenendo ormai da anni alla nostra città, Palermo. La disgregazione totale degli spazi e degli eventi, al punto che un giorno, fra non molto, non avverrà proprio più nulla e non perché non ve ne siano le forze o le iniziative, anche perché di iniziative ce ne sono davvero tante soprattutto spinte dai giovani, ma più che altro per il totale disinteresse e per un gigantesco menefreghismo da parte di chi dovrebbe amministrare e organizzare e non impedire e cancellare.
Il Velodromo, il Teatro Di Verdura, il vecchio Palazzetto costruito, utilizzato, poi lasciato nel totale degrado per mancanza di fondi sono soltanto alcuni dei luoghi che potrebbero con la giusta motivazione essere rivalutati ed utilizzati per eventi artistici e musicali. La nostra città è piena di spazi adatti a un certo tipo di eventi, non mancano, è la città stessa che viene a mancare e li fa sparire nel nulla, li risucchia in un vortice proprio. Il piazzale dei Matrimoni all’interno del Parco della Favorita ad esempio: è uno spazio immenso dove sono stati già svolti a fatica degli eventi musicali, alternativi per così dire, come il fu Beer And Bones anni fa, che proponeva musica punk rock, rampe da skate e quant’altro. Una volta soltanto fu concesso, poi come per il resto della sua misera esistenza è stato mollato nel degrado, tra rovi, polvere, prostitute e spazzatura. Cumuli e cumuli di spazzatura.
Il Foro Italico: avete mai provato a pensare a come potrebbe rinascere quel prato se utilizzato in modo totalmente differente? Ormai è una specie di ritrovo per partite di calcio strampalate e rifugio notturno per coppiette che non vanno lì per romanticismo. Una volta il Foro Italico era teatro di concerti jazz, pochi anni fa Mtv scelse quel luogo per le dirette di Trl durate circa una settimana, poi morì tutto. La Fiera del Mediterraneo. Ultimamente ho avuto modo di partecipare a un’edizione della Tattoo Convention, dentro uno di quei padiglioni che altrimenti sarebbero rimasti vuoti, tipo uno di quegli edifici che si vedono nelle serie Tv americane di zombie, poi utilizzati dai sopravvissuti. Anche in questo caso, la trafila burocratica è così lunga e lenta che fai prima ad andare in aeroporto prendere un aereo arrivare in un’altra città a caso dell’Italia e farlo lì il tuo evento.
I Cantieri Culturali della Zisa, invece, penso che siano uno dei più bei luoghi sulla faccia della terra. Viaggiando ne ho visti di posti così, addirittura gestiti non dai Comuni o dalle giunte, ma da giovani d’ogni nazione uniti per creare cultura e arte. Andate in Slovenia, in Germania, in Inghilterra. Provate a dare un occhiata a quanti di questi posti esistono. Oggi dentro ai nostri Cantieri ci sono almeno una decina di padiglioni, vuoti. Signori miei, vuoti! La ruggine sta facendo crollare tutto a pezzi, gli unici spazi vivi sono quelli dell’Accademia Di Belle Arti e della Scuola Di Cinema, che per fortuna si stanno dando da fare come entità a se stanti per portare avanti concetti artistici forti, tra mostre, workshop e lezioni. Esistono tantissimi spazi che se utilizzati nel giusto modo porterebbero un cambiamento immenso e invece no.
E si potrebbe continuare all’infinito. Villa Trabia, il famigerato Parco Ninni Cassarà, il Fondo Uditore, l’Ex Carcere Femminile ormai chiuso da anni dopo l’ultima occupazione, Villa Giulia, Villa Florio in Via Messina Marine, antica, stupenda, grandissima, ormai polverosa, semi distrutta, inutilizzata. I luoghi, gli spazi, gli ambienti ci sono, è Palermo che non c’è più, perché ce la siamo fatta rubare da chi più di noi non ha nemmeno la voglia di viverla.
Salvatore Cattaneo