Pozzallo, minaccia di darsi fuoco contro sfratto  «Se non avrò prestito dalla banca ci riproverò»

Corrado Giuga era già preparato a quanto sarebbe accaduto, tanica di benzina sempre a portata di mano e occhi vigili, con l’aiuto dei famigliari appostati fuori, per anticipare il loro arrivo. Così, stamattina, quando ha visto l’ufficiale giudiziario scortato da circa sessanta uomini delle forze dell’ordine, Giuga ha preso la tanica ed è salito sul tetto del capannone. I fatti si sono registrati a Pozzallo, nel Ragusano, è qui che l’imprenditore impegnato nel settore dell’edilizia ha perso il suo capannone, venduto all’asta per 408mila euro, circa 1,4 milioni in meno rispetto valore stabilito dal consulente nella perizia realizzata per il Tribunale. 

Giuga, come tanti imprenditori, ha vissuto momenti di crisi finanziaria che gli è costata il pignoramento dell’edificio, da un po’ di tempo le cose andavano meglio grazie a un appalto preso per i lavori relativi al prolungamento del tratto autostradale Siracusa-Gela, ma neanche il tempo di richiedere il mutuo in banca per riscattare la struttura, che il capannone è stato venduto. In questi giorni Giuga stava aspettando la risposta della banca per poter riacquistare l’edificio a nome del figlio, ma l’ufficiale giudiziario è arrivato prima e la situazione è degenerata. L’imprenditore si è cosparso di benzina e ha minacciato di darsi fuoco, scatenando in poco tempo il panico nella zona Asi di Pozzallo. Sul posto, oltre alle forze dell’ordine, è arrivato anche il vicequestore aggiunto Giorgio Terranova che ha cercato di mediare con l’imprenditore, riuscendo dopo qualche ora a far desistere l’uomo. 

Giuga ha ottenuto una proroga di un mese prima che l’ufficiale ritorni per lo sfratto coatto. In questo lasso di tempo proverà a riacquistare il capannone grazie alla disponibilità mostrata dall’acquirente, ma l’incognita resta sempre la banca che ancora non si è pronunciata sull’esito dell’istanza. In mattinata a Pozzallo è arrivato anche il leader dei Forconi Mariano Ferro che ha cercato di mediare tra il rappresentate del Tribunale e la famiglia Giuga: «Ci rivolgiamo al Procuratore della Repubblica di Ragusa e al presidente del Tribunale – ha dichiarato – per chiedere se davvero si intende togliere la casa o l’azienda a tutte le persone in difficoltà. Lo abbiamo detto da anni, lo ripetiamo ancora una volta e con uno spirito diverso, di grande angoscia, che questa è una situazione ormai drammatica. A Vittoria, Pachino e in tutta la fascia trasformata, accade quello che non è mai accaduto: da quattro mesi non si vende più nulla. La storia di questo signore è la diretta conseguenza di tutto questo. I debiti vanno pagati, è giusto, ma non per questo un imprenditore può vedere svenduto il suo immobile all’asta. Da sempre chiediamo che venga messo un tetto al ribasso d’asta, non si può andare oltre un certo limite».

«In questo mese – afferma invece Giuga – farò di tutto per avere il prestito dalla banca, ci proviamo da tempo, ogni volta sembra che ci sia la disponibilità, ma poi subentra sempre qualche inghippo. Per 40 anni ho pagato gli interessi agli istituti di credito e adesso, nel momento del bisogno, mi chiudono le porte. Se per il 13 aprile non avrò il prestito – conclude – farò la stessa identica cosa di stamattina, io dal mio capannone non esco». 


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