Il deputato regionale del Partito democratico, negli anni in cui è stato sindaco della cittadina, creò uno staff alle proprie dipendenze a cui affidò compiti non compresi dalla normativa. Le scelte, secondo la Corte dei conti, furono viziate da poca trasparenza e mancata ricerca tra il personale interno
Raffaele Nicotra condannato per danno erariale Restituirà 60mila euro al Comune di Aci Catena
Sessantamila euro. È la somma che il deputato regionale del Partito democratico, Raffaele Pippo Nicotra, dovrà restituire al Comune di Aci Catena. A stabilirlo è la Corte dei conti, che ha confermato la condanna in primo grado per danno erariale emessa a marzo 2015. La vicenda risale agli anni in cui l’onorevole è stato sindaco del Comune etneo. Nel 2008, con una delibera ad hoc, creò una «unità di staff intersettoriale alle dipendenze del sindaco» composta da personale comunale e da consulenti esterni. Secondo i giudici, Nicotra adoperò tale unità per fini diversi da quelli di indirizzo e controllo: l’allora primo cittadino, infatti, le affidò incarichi riguardanti l’organizzazione di manifestazioni culturali, la gestione di problematiche ambientali e la programmazione di interventi di contrasto all’evasione tributaria. Tutti obiettivi del cui raggiungimento, stando alle norme, non si sarebbe dovuto occupare lo staff del sindaco.
Già l’anno scorso, la Corte aveva sottolineato come le nomine fossero state viziate da poca trasparenza nella definizione dei risultati da raggiungere, oltre che da una mancata ricerca all’interno del personale comunale. Ciò ha causato un danno erariale all’ente, che adesso avrà diritto al risarcimento. La conferma della condanna arriva anche dal Comune di Aci Catena: «Il sindaco Ascenzio Maesano ha già dato disposizioni al segretario generale, affinché si mettano in atto le azioni utili per il recupero e il reinvestimento della cospicua somma», fa sapere l’ufficio stampa.
Davanti ai giudici, il deputato regionale – che nel 2008 fu eletto con il sostegno di 14 liste, tra cui una civica riconducibile allo stesso Maesano – aveva tentato di difendersi sostenendo che le attività di cui si occupò lo staff rientravano tra l’esercizio delle funzioni di indirizzo politico a lui spettanti, in quanto funzionali alla messa in atto del programma amministrativo. Nicotra aveva anche specificato che i compensi ai consulenti erano stati inferiori al normale stipendio di un dipendente comunale. Spiegazioni che, però, non sono bastate a far cambiare idea ai giudici.
A inizio marzo per Nicotra inizierà una nuova vicenda giudiziaria con la prima udienza del processo in cui è accusato di falso e tentata truffa. Secondo la Procura di Catania, il deputato, mentre era sindaco di Aci Catena, avrebbe rinnovato il contratto a tempo determinato a tre professionisti assunti per gestire le pratiche post-terremoto, facendoli lavorare per l’ufficio tecnico.