Sono giovanissimi e vivono ammassati nei capannoni dell'unica struttura che gli concede ospitalità: la missione Speranza e carità di Biagio Conte. «Non si può continuare a vivere in queste condizioni. Noi chiediamo che il laico venga aiutato perché su di lui grava una situazione ingestibile»
La denuncia dei ragazzi del Gambia «Viviamo in condizioni inaccettabili»
«La situazione in cui sono costretti a vivere da Biagio Conte non è più sostenibile, dentro i capannoni sono circa mille e cento, nelle stanze dormono ammassati e in condizioni inaccettabili». La denuncia è mossa dalla comunità dei ragazzi gambiani che vive alla Missione Speranza e Carità, che ieri, grazie all’aiuto dell’Arci ha organizzato un incontro pubblico per raccontare delle condizioni in cui vivono, non solo legate all’alloggio ma anche allo status di rifugiati che non gli viene più riconosciuto.
«Noi siamo grati a Biagio Conte perché se non ci fosse lui non sapremmo dove andare a dormire, non avremmo un tetto sulla testa e di che mangiare – spiegano i ragazzi – però non si può continuare a vivere in queste condizioni. Noi chiediamo che Biagio Conte venga aiutato perché su di lui grava una situazione ingestibile. Noi siamo al suo fianco, ma aiutateci ad aiutarlo». I ragazzi in questione, che sono circa una trentina, arrivano a Lampedusa nel novembre del 2015, poi vengono trasferiti ad Agrigento dove gli viene dato il respingimento differito e vengono lasciati nei pressi della stazione. Lì riescono a contattare l’Arci nazionale che poi li rimanda all’Arci di Palermo.
Grazie a loro e alla rete di volontari attivisti e legali i ragazzi sono seguiti e stanno procedendo con il ricorso contro il respingimento «Nel cento per cento dei casi in cui abbiamo fatto ricorso abbiamo sempre vinto – dice Fausto Melluso, dell’Arci Porco Rosso – il ricorso serve per poter poi procedere per la richiesta di asilo politico. Gli viene dato il respingimento perché si presume non abbiano diritto all’asilo». Negli altri paesi europei passano circa cinque mesi per avere l’istanza di richiedenti asilo: «Da noi, – continua Melluso – alcuni ragazzi arrivati a novembre devono ancora ottenere la sospensiva per il respingimento, poi andare in questura a richiedere di poter avanzare l’istanza di protezione e solo dopo potranno essere inseriti in un percorso di accoglienza pubblica, ma chissà quanto altro tempo ancora passerà e in tutto questo periodo l’unica struttura che li accoglie è la missione Speranza e carità di Biagio Conte».
Il Gambia è uno stato africano molto piccolo, conta circa due milioni di abitanti, dove c’è una dittatura dal 1994 che non permette ai cittadini di avere i diritti minimi, per questo in molti sono costretti a scappare. «Ci sono anche casi di respingimento nei confronti di minorenni – conclude Melluso – per fortuna quelli che riusciamo a individuare vengono supportati e aiutati da una rete di attivisti e dalla società civile, ma a molti viene notificato il provvedimento di respingimento differito, nonostante sia contro ogni convenzione sulla tutela dei minori».