Il deputato di Sinistra Italiana interviene sulla polemica relativa al tesseramento dei dem in Sicilia. Provando a guardare oltre. «Oggi il potere è il Pd, figlio di uno spudorato trasformismo politico. Per sconfiggerlo serve unire le forze che vogliono governare diversamente». Cuffaro: «In politica troppa ipocrisia»
I cuffariani nel Pd? «Il segreto di Pulcinella» Palazzotto: «Creiamo alternativa pure col M5s»
«Il segretario Raciti annuncia verifiche sul tesseramento del Pd in Sicilia? Qui il problema non è legato a singoli casi, ma a una mutazione genetica del partito». Vista da sinistra, l’ultima polemica interna al Partito democratico dell’Isola assaltato da ex cuffariani, «non rende felici, né appassiona». A parlare è Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra italiana, il neonato soggetto politico che punta a raccogliere gli scontenti tra i democratici ma anche ad andare oltre, provando a riunire tutti quelli che non condividono l’attuale sistema di potere incarnato dal Pd. Proprio tutti? «Oggi il potere è il Pd, figlio di uno spudorato trasformismo politico – spiega Palazzotto -. Per sconfiggerlo non basta solo un partito di sinistra, ma mettere insieme tutte le forze che intendono governare diversamente». Anche i Cinque stelle? «Certo, la disponibilità vale anche per il Movimento cinque stelle, noi ci siamo, spetta a loro decidere se costruire un percorso insieme o se continuare a fare testimonianza. Ma vale anche per tutti quei sindaci che già si ribellano a questo sistema, per i movimenti e le associazioni».
In Sicilia il tesseramento al Pd si è appena concluso, portando nuovamente d’attualità la migrazione tra i dem di diversi esponenti politici di centrodestra, ma soprattutto di tanti amministratori locali. Uno sbocco naturale, ad esempio, per chi aveva abbracciato Articolo 4, l’ex partito di Lino Leanza che, ormai senza il suo padre fondatore, si è trasferito interamente nel Pd. «Da tempo è in corso una dearticolazione del potere che ha come fulcro il Pd – spiega Palazzotto -. Da Articolo 4 sono arrivati Valeria Sudano e Paolo Ruggirello, ex ras cuffariano a Trapani. O ancora Marco Zambuto, presidente dell’assemblea regionale del Pd, non era pure lui cuffariano? Così come Lillo Firetto, attuale sindaco di Agrigento, non era stato eletto primo cittadino di Porto Empedocle con l’Udc? E si finge di dimenticare che Dario Cartabellotta, assessore della giunta Crocetta, era stato candidato dell’Udc? La stessa Udc di cui fa parte il deputato Nino Dina, uomo forte di Cuffaro a Palermo poi diventato sostenitore di Crocetta (e indagato per voto di scambio, ndr)».
Un lungo elenco di nomi che porta il deputato a sottolineare come «le recenti dichiarazioni di Cuffaro (“I miei si sono spostati nel Pd di Renzi”, ha detto l’ex governatore all‘Huffington Post, ndr) svelino il segreto di Pulcinella, Cuffaro – conclude Palazzotto – parla ormai da uomo che non ha più interessi nell’agone politico e fa nomi e cognomi. E nel Pd fanno finta di essersi svegliati ora». Oggi, però, l’ex governatore torna sulle sue dichiarazioni: «Non dirò più una parola su quello che penso della situazione politica. Nei miei cinque anni in carcere – afferma Cuffaro – ho capito che l’ipocrisia non aiuta a vivere bene e in politica purtroppo c’è troppa ipocrisia».