Giulio Arena è in carcere con l'accusa di avere ucciso Natale Pedalino, il bracciante agricolo colpito da più di 30 coltellate. Ai magistrati l'uomo dà la sua versione sulla traccia di sangue, riferibile alla vittima, trovata nella sua automobile. Per gli inquirenti è la prova che lo inchioderebbe
Omicidio Paternò, incidente probatorio L’accusato: «Non l’ho ammazzato io»
Si professa innocente Giulio Arena, il docente di musica del conservatorio di Palermo accusato dell’omicidio di Natale Pedalino. Il 66enne bracciante agricolo paternese è stato ucciso con più di 30 coltellate. Il delitto è avvenuto nelle campagne di contrada Cotoniera, a Paternò, la sera del 19 dicembre scorso. Arena, ascoltato dai magistrati nel giorno dell’incidente probatorio, sostiene «di non averlo ammazzato».
Il presunto omicida conferma però che nel pomeriggio di quel sabato si è incontrato con Pedalino, e pure «di averlo lasciato nei pressi di piazza Purgatorio», ancora vivo. Inoltre fornisce agli inquirenti la propria versione sulle ragioni della presunta presenza sul freno a mano del suo Suv, un Subaru Forester, di tracce di sangue riconducili verosimilmente alla vittima: «Tempo addietro Pedalino si sarebbe tagliato con un attrezzo agricolo – riferisce ai magistrati che lo interrogano – da qui il mio intervento con del medicinale, un cicatrizzante messo sulla ferita». Il bracciante agricolo era uomo di fiducia della famiglia Arena, e spesso ha svolto dei lavori nella villetta di proprietà del musicista, che si trova al confine tra i comuni di Ragalna e Belpasso.
Il barattolino di cicatrizzante, di cui parla Arena, si trovava in un borsello ed è stato acquisito dagli uomini della procura. Nei giorni scorsi i periti di parte hanno effettuato un sopralluogo all’interno della casa del presunto omicida. Gli incaricati sono stati: Salvatore Procaccianti, genetista dell’università di Palermo, perito di parte della difesa rappresentata dagli avvocati Turi Caruso e Antonio Giuffrida; il maggiore Carlo Romano, comandante della sezione Biologia Ris di Messina, perito della pubblica accusa nella persona di Fabrizio Aliotta; infine Nicolò Polizzi della polizia scientifica di Palermo, perito del giudice per le indagini preliminari Giovanni Cariolo.
Polizzi dovrà verificare se all’interno della casa di Arena vi siano tracce di sangue riconducibili a Pedalino. Le attenzioni del perito si sono concentrate sulla lavanderia e sul fuoristrada del docente del conservatorio di Palermo. Saranno sottoposti a precisi controlli anche i coltelli da collezione presenti nell’abitazione. I periti dovranno consegnare entro il 25 maggio i risultati delle analisi. Il 16 giugno è prevista l’udienza dinanzi al gip. In quell’occasione si dibatterà sui referti che saranno prodotti dai periti di parte.
Il presunto colpevole resta intanto detenuto nel carcere etneo di piazza Lanza con l’accusa di omicidio semplice. Secondo la pubblica accusa, invece, il 57enne avrebbe commesso l’omicidio per futili motivi, perché non sarebbe riuscito a trovare, con Pedalino, un’intesa sulla ripartizione dell’olio – circa 10 litri – ricavato dalla raccolta delle olive effettuata all’interno del fondo in cui la vittima era stata chiamata a lavorare.