Carnevale Acireale il 25 aprile: vicenda in prefettura Anpi e Cgil: «Offensivo per i valori della Resistenza»

A far cambiare idea al Comune di Acireale in merito all’organizzazione del carnevale il 25 aprile potrebbero essere la prefetta e il questore di Catania. Almeno questo è ciò che auspicano la presidente provinciale dell’Anpi di Catania Santina Sconza e il segretario provinciale Cgil Giacomo Rota. I due oggi hanno inviato una lettera a Maria Guia Federico e Marcello Cardona, per chiedere un intervento affinché si consenta «un’adeguata celebrazione della giornata del 25 aprile spostando ad altra data le manifestazioni legate al Carnevale dei fiori».

Sia l’associazione nazionale partigiani italiani che il sindacato nei giorni scorsi si erano autonomamente espressi in merito alla scelta del Comune acese e della fondazione Carnevale di far coincidere la festa della liberazione dal nazifascismo con l’appendice primaverile dell’evento carnascialesco. La prima nella storia della manifestazione, voluta dall’amministrazione Barbagallo nell’ottica di destagionalizzare l’offerta turistica. Adesso, dopo le critiche e la replica del primo cittadino acese, le due realtà hanno deciso di muoversi in sinergia: «Questa decisione – scrivono Sconza e Rota, rivolgendosi anche al presidente della Regione Rosario Crocetta e all’assessore al Turismo Anthony Barbagallo – è profondamente offensiva dei valori della Resistenza che, mai come in questo momento storico, devono essere considerati il fondamento e il coronamento della nostra democrazia».

Secondo i firmatari, inoltre, la scelta del Comune di Acireale «dimostra l’impressionante perdita della memoria storica nel nostro Paese, che deve essere fermamente combattuta perché un popolo che dimentica il suo passato – concludono Sconza e Rota – è condannato a ripeterne, se pure in forma diversa, gli errori o, peggio, gli orrori». E se nel caso del carnevale di aprile non si può di certo parlare di orrori, la «svista» – come ammesso in un primo momento dal presidente della fondazione Antonio Coniglio – potrebbe costare cara alla città dei cento campanili, già nei mesi scorsi al centro dell’attenzione dei media nazionali per il caso gettonopoli.


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