Antonio Fichera, 26 anni, sceglie di svolgere il suo tirocinio universitario all'estero: «Un'opportunità fantastica». Per tre mesi lavora nella sede di Confindustria Romania. Tra le mansioni, assistere gli imprenditori che investono nell'Europa dell'est. «Qui gli abitanti hanno un elevato senso civico», dice
Antonio, studente acese al lavoro in Romania «Differenze con l’Italia? La voglia di crescere»
Australia o Londra? L’esperienza di Antonio Fichera si è spostata su latitudini diverse dalle classiche mete di chi ogni giorno decide di cercare la fortuna fuori dai confini nostrani. L’occasione per il 26enne, studente del dipartimento di Scienze politiche a Catania, è quella di un progetto lavorativo Erasmus che viene promosso dall’università di Padova aperto anche agli iscritti catanesi. La voglia di partire, l’essere selezionato tra i vari candidati e la possibilità di fare una nuova esperienza si trasforma così in realtà. Tre mesi di lavoro a Bucarest, capitale della Romania. «Nel mio programma di studio c’erano tre crediti a scelta per un tirocinio formativo – spiega lo studente del corso di Internazionalizzazione delle relazioni commerciali -, quindi anziché farlo in Italia ho trovato questo spunto per tentare all’estero».
In Romania ho notato un elevato senso civico degli abitanti
In una terra totalmente sconosciuta, Antonio lavora nella sede di Confindustria Romania, dalla fine di giugno a fine settembre dello scorso anno. «Le mansioni, insieme a un team di ragazzi italiani, sono state quelle di redigere ogni giorno il bollettino economico digitale che si occupava di alcune aree d’investimento, come agricoltura e turismo», racconta. Tra i compiti anche quello di fornire assistenza agli imprenditori che decidono d’investire i loro soldi nell’Europa centro-orientale. Numerosi sono quelli che arrivano dal Veneto: «Ho potuto apprezzare una realtà dinamica con tanta voglia di crescere con uno sviluppo continuo – specifica Antonio, che prosegue -, Questo non riguarda solo i bassi costi di produzione, adesso è diventato un mercato di sbocco anche per allocare prodotti».
Il periodo lavorativo della sua nuova vita Antonio lo trascorre nella capitale, in un appartamento autonomo a pochi passi dall’ufficio. «Bucarest è una città pulita, ordinata e sicura – ricorda -. Ho subito notato i tanti spazi verdi e le strade in buone condizioni». Entrata a far parte dell’Unione europea nel 2007, la Romania si contraddistingue per un costo della vita relativamente basso, così come i salari medi dei lavoratori. «Si può vivere in maniera dignitosa. I giovani che raggiungono la maggiore età vivono in maniera autonomia e vanno via di casa presto».
Per raccontare le differenze con l’Italia, Antonio usa anche un velo d’ironia: «In Romania ho notato un elevato senso civico degli abitanti e poi anche l’uomo di strada parla in maniera corretta l’inglese». Una conoscenza, quella della lingua più parlata al mondo, «che rende facile l’integrazione. Poi il romeno non è difficile perché ha molte affinità con l’italiano. I film in televisione, per esempio, sono tutti in inglese con sottotitoli in romeno».
Nel suo futuro c’è anche la possibilità di un eventuale ritorno nella patria dell’ex dittatore Nicolae Ceaușescu: «Lo farei davvero molto volentieri, perché offre opportunità interessanti a chi vuole mettersi in gioco e non vuole rimanere chiuso all’interno del contesto locale». Nell’attesa di capirlo le valigie sono già pronte. Il prossimo aereo di Antonio ha però come destinazione il Portogallo. «Dopo la laurea specialistica – racconta – andrò per tre mesi a svolgere un tirocinio a Lisbona».