Tagli e sacrifici per molte categorie sociali. È il documento esitato dalla giunta e perfezionato dagli uffici. Soglia di povertà sotto i cinquemila euro. Ai Comuni 340 milioni di euro per il 2016. Meno soldi anche ai consorzi universitari e penalizzazioni per le amministrazioni che rimangono indietro sui rifiuti
Finanziaria definitiva, il testo può andare all’Ars Reddito minimo e tassa per chi non differenzia
Una finanziaria di sacrifici per molti, di numeri da far quadrare e di tagli. Ma anche di integrazioni con le cifre, 400 milioni di euro, che il governo centrale ha annunciato di volere assegnare alla Sicilia in una trattativa ancora non completata. Quasi una legge omnibus con 58 articoli. Saranno gli articoli 53 e 54 a sviluppare il piano regionale di contrasto alla povertà, definendo «finalità, metodologia e sperimentazione». Le misure previste nel piano definiscono la soglia di povertà di riferimento, individuando i criteri di quantificazione del reddito minimo familiare. Possono usufruire i nuclei familiari con un Isee inferiore a 5mila euro. Sacrifici per gli enti locali, ai Comuni andranno 340 milioni di euro nel 2016 e 325 per il 2017 e il 2018.
Tocca invece all’articolo nove dare forma al contenimento della spesa per i dirigenti regionali per la parte che riguarda le indennità di risultato, quella parte cioè che non è fissa nello stipendio, ma varia da contratto a contratto rispetto agli obiettivi da raggiungere. Un comma specifico prevede inoltre che a decorrere dalla legge in questione, il trattamento di buonuscita è calcolato con riferimento alla media delle retribuzioni dell’ultimo quinquennio. L’articolo 15 fissa le disposizioni in materia di precari ed enti locali, con i relativi incentivi per la stabilizzazione, mentre viene esclusa la contemporanea appartenenza a più bacini di precariato. In dettaglio queste le proposte di finanziamento per alcuni enti. Ridotto il contributo per l’Unione nazionale ciechi da 1 milione 643mila euro a 1 milione 314mila. La somma per il bonus nascite passa da 440 a 500mila euro, 150mila euro per i consultori anziché 180mila.
I consorzi universitari passano da 6 milioni e 506mila euro di contributi a 5 milioni e 205mila euro. Tagli per il Corfilac, il consorzio di Ragusa che passa da 1 milione 700mila euro a 1 milione 360mila euro. Ammonta invece a sei milioni e mezzo di euro il fondo per il contributo in favore dei beneficiari del sostegno economico. Per quanto riguarda i rapporti finanziari con Stato e Regione, e la compensazione dei gettiti Irap (articolo 5) – cioè quello legato al fatturato di aziende, enti ed imprese che esercitano un’attività -, il saldo tra gli importi presunti dei gettiti in questione e di quelli relativi all’Irpef per il 2016 è quantificato in 50 milioni di euro. Al comma tre dell’articolo in questione si legge: «Nelle more della modifica delle norme di attuazione dello Statuto per gli anni 2017 e 2018, sono accantonati, rispettivamente gli importi di 1 miliardo 400 milioni di euro e di 1 miliardo 685 milioni di euro, in un apposito fondo in cui sono iscritte le somme in questione». 19 milioni di euro invece le assegnazioni per i Liberi consorzi comunali, 207 milioni di euro per l’Istituto regionale vini e oli di Sicilia. Alla Regione siciliana costeranno invece 44 milioni di euro i servizi acquisiti dalle partecipate.
Viene istituita indirettamente anche una tassa sui Comuni per incentivare la raccolta differenziata, chi rimarrà indietro nel servizio, cioè, subirà delle penalizzazione sulla base di aliquote specifiche. 205 milioni di euro invece vengono destinati ai piani di caratterizzazione, cioè gli interventi migliorativi per evitare il rischio di infrazione comunitaria in materia di discarica. Previsto un censimento degli alloggi popolari entro il 30 giungo del 2016, mentre all’articolo 48 viene istituito l’ufficio stampa composto fino a sette giornalisti «muniti di diploma e abilitazione prevista, nonché di comprovata esperienza nel settore della comunicazione», 500mila euro la spesa su base annua.