Il sindaco di Palermo difende a spada tratta l'infrastruttura ed entra a gamba tesa su quanti in Sala delle Lapidi gli fanno opposizione: «È il miglior tram d'Italia, se non lo votano mi dimetto e vediamo come va a finire...»
Orlando punta tutto sul tram «Mai nelle mani dei privati»
«Non si può dire di no al tram: l’opera è fatta». Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, non sente ragioni e rispedisce al mittente le critiche contro l’opera che dovrebbe rivoluzionare la mobilità cittadina. L’occasione è un incontro della Cisl su partecipate e servizi. «Non è pensabile che il Consiglio comunale non approvi il contratto di servizio, e di conseguenza il tram. E so che i consiglieri lo vogliono. Questo è il miglior tram d’Italia e noi lo abbiamo salvato, perché quando ci siamo insediati abbiamo trovato 19 pagamenti non effettuati perché i soldi erano stati usati per altro. Ovviamente ho portato tutte le carte in Procura». La polemica con l’aula è nata qualche giorno fa, quando la commissione Bilancio ha bocciato il nuovo programma di esercizio (com’era prevedibile dato che lì il Movimento 139, il partito che sostiene il Professore, è in minoranza), un esito che, stando alle parole dell’assessore alla Mobilità, Giusto Catania, non preoccupa particolarmente la giunta.
«Nessuno pensi di affidare il tram a un privato – continua il sindaco – dovranno passare sul mio cadavere. Soltanto l’anno prossimo l’investimento sarà piuttosto consistente, 12 milioni, a causa del global service, ma a partire dal 2017 costerà quattro milioni. Se poi si vuole discutere della Ztl possiamo anche farlo. Ma fino a un certo punto: ragionare è bello quanto volete – ha tagliato corto il primo cittadino – ma il tram va approvato. Altrimenti mi dimetto e si va a nuove elezioni. E voglio vedere come va a finire… Quindi ringrazio il Consiglio comunale per il sostegno garantito finora per gli atti di natura finanziaria, che ci hanno permesso di venire fuori da una situazione difficile – ha concluso in maniera sibillina -. Sono convinto che continuerà a farlo».