Aumenta la speranza dell'amministrazione ionica di poter realizzare una piazza con un parcheggio sotterraneo utilizzando finanziamenti europei. Al piano era stato posto il veto dei vertici regionali. I quali, secondo i giudici, avrebbe avuto un atteggiamento «contraddittorio». Esulta il primo cittadino Marco Aloisi
Fiumefreddo, il Tar dà ragione al Comune Regione rivaluta finanziamento da 2.6 milioni
Un’ordinanza della quarta sezione del Tar di Catania riaccende la speranza di Fiumefreddo di ottenere dalla Regione un finanziamento comunitario da 2,6 milioni di euro. Fondi del Po Fesr 2007/2013 che il Comune intende impiegare per la costruzione di una piazza attrezzata di palco e parcheggio sotterraneo all’intersezione tra via Principe di Piemonte e via Umberto. Proprio intorno alla parte interrata dell’opera si erano concentrate le contestazioni dell’Ispettorato tecnico di Palermo, seguendo un’impostazione secondo cui una linea di finanziamento orientata al turismo e allo sviluppo urbano non può in nessun caso condurre alla realizzazione di un’area di sosta.
Il progetto era entrato in graduatoria nel 2013 per poi traballare tra tavoli tecnici e rilievi critici fino al 22 maggio 2015, data di emissione del decreto di esclusione. Una chiusura apparentemente definitiva dinnanzi alla quale il sindaco Marco Alosi si era rivolto ai giudici amministrativi, che ora sospendono i provvedimenti con cui i fondi erano stati revocati e intimano alla Regione di valutare nuovamente il progetto entro trenta giorni. L’ordinanza definisce «contraddittorio» l’atteggiamento dell’amministrazione regionale e la condanna a pagare mille euro per le spese legali. Esulta il primo cittadino: «Qualcuno – dichiara Alosi a MeridioNews – aveva gufato contro il bene della città». Il riferimento è al Movimento 5 stelle fiumefreddese, che sulla vicenda era uscito con durezza poche settimane fa.
«Lo abbiamo sempre detto – aggiunge Alosi – la Regione ha agito in maniera improvvisata. Erano stati proprio loro a spingerci a espletare la gara d’appalto (poi vinta da un’associazione temporanea d’impresa composta dalla Isaf di Nunzio Vecchio e dalla Domenico Di Natale srl, ndr). Si può pure opinare sull’utilità dell’opera, ma sono comunque due milioni e 600mila euro che ricadono sull’economia della città, e la politica non dovrebbe speculare su queste cose».
Il pronunciamento del Tar fa cadere l’obbligo di completare e rendicontare l’opera entro il 31 dicembre, e suggerisce alla Regione siciliana una linea più possibilista. Il dirigente del settore Turismo Sergio Gelardi spiega: «In casi simili i fondi vengono accantonati e, nel caso di una re-inclusione del progetto, il Comune potrà utilizzarli anche fuori dalla scadenza. Stiamo già convocando una conferenza di servizio affinché si confrontino tutte le parti in causa. Certo – ammette Gelardi – in presenza questa presa di posizione del Tar, l’ipotesi di erogare il finanziamento è molto più viva di quanto non lo fosse prima».