Lo Stato spende 35 milioni per l'approvvigionamento, ma la metà del liquido si perde. Ad arricchirsi sono i proprietari delle navi. Palermo ha sottoposto un piano a Delrio, che si è detto favorevole. Poi tutto si è arenato. «Dialogo con Roma opportunità da non perdere», spiega la sindaca di Lampedusa
Acqua, isole minori vogliono più autonomia Ma nel dialogo con Roma manca la Regione
A parole un grande impegno, nei fatti nessun risultato. Alla conferenza internazionale sulle isole minori di Malta Greening the Island, alla quale la Sicilia ha partecipato con un ruolo attivo con un rappresentante della Regione, il confronto per la sostenibilità dei territori, con i governi delle isole e dei paesi del Mediterraneo era confluito in un documento rivolto alla Conferenza di Parigi sul clima in programma in questi giorni coi grandi della Terra. Ecco perché in questi mesi l’obiettivo di puntare alla riqualificazione delle isole minori siciliane negli ambiti di produzione dell’energia elettrica, della dissalazione, della corretta gestione dei rifiuti, e della mobilità sostenibile, mostrava un legame diretto con il turismo e la qualità della vita.
Il dipartimento regionale all’Energia aveva formalizzato, illustrandola in una relazione tecnica indirizzata a Graziano Delrio, quando era ancora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la possibilità di realizzare le opere di depurazione, sistemare la rete idrica e affidarsi a impianti di desalinizzazione in affidamento di servizio, adeguando gli impianti esistenti e rinunciare negli anni alla quota dello Stato per fare da soli in un quadro rifunzionalizzato. Va detto che lo Stato per l’approvvigionamento idrico delle isole minori con le navi spende all’anno 35 milioni di euro e che il 50 per cento dell’acqua che costa 14 euro metro cubo non viene utilizzata per le perdite della conduttura.
L’anello mancante della catena di raccordo è stato proprio ad oggi il governo regionale. Infatti in una corrispondenza del gennaio del 2015 con l’assessora regionale all’Energia Vania Contrafatto, Delrio chiedeva notizie sullo stato delle opere di depurazione e di alcune infrastrutture riguardanti i territori delle isole di Linosa e Lampedusa. L’ex sottosegretario s’informava dell’impianto di depurazione (otto milioni di euro) a Lampedusa. Da quella data come mai nessuno ha pensato di portare avanti la proposta di adeguamento delle opere e di rinunciare dopo i cinque anni al contributo dello Stato? La proposta infatti è rimasta in aria, sospesa senza attuazione.
Il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini a Meridionews ha dichiarato: «Noi siamo soddisfatti per l’aiuto della Regione e il contributo pratico che abbiamo ricevuto. Oggi l’acqua a Lampedusa non è più un problema. Al tempo stesso, le isole, tutte, non solo Lampedusa, non vanno lasciate sole nella gestione delle infrastrutture. I tagli ai Comuni sono sempre più consistenti e la dinamica della razionalizzazione della spesa, in un’isola piccola è ancora più complessa e complicata». Da una parte dunque il risultato, dall’altro l’attesa di una speranza che rimane inascoltata: «Non so perché il percorso non sia stato completato e rimane a metà, certo un’interlocuzione con un soggetto come Graziano Delrio che si è dimostrato attento ed interessato a risolvere i problemi, andrebbe perfezionata. Delrio ha mostrato una sensibilità per la Sicilia e le isole minori che va al di là dei ruoli che ha fino a questo momento ricoperto. Insomma il dialogo con Roma è un’opportunità da non perdere».
Perché allora il governo siciliano non sta portando avanti a ritmo serrato una trattativa per definire l’accordo in dettaglio? Da una parte pare ci sia l’ennesimo contenzioso Stato-Regione su cifre che lo Stato non riconoscerebbe alla Sicilia. Dalla soluzione di questa fase potrebbe dipanarsi una parte della matassa, arrivando a intravedere la soluzione. Dall’altra il sospetto forte che rimane invece va in direzione dei grandi interessi dei vettori che effettuano il servizio delle navi per l’approvvigionamento idrico delle isole nei confronti del quale il governo Crocetta non ha ancora avuto modo di fare scelte chiare in una direzione diversa dall’attuale, con le navi che continuano a fare il servizio per le isole e la desalinizzazione che rimane un’ipotesi di scuola. Una cosa come un’altra detta per fare bella figura, in un mondo, tanto per cambiare, di effetti speciali, e non di sostanza.