Sette avvisi di conclusione indagini da notificare a tre sanitari e quattro legali rappresentanti di ditte farmaceutiche. I Nas hanno rilevato «il sicuro impianto di 16 stent scaduti» su 11 pazienti, tra il 2011 e il 2012. Ma non avrebbero causato danni alla salute né sarebbero stati impiegati senza necessità
Cannizzaro, concluse le indagini sul caso stent Abuso d’ufficio, frode, uso di medicinali scaduti
Sette avvisi di conclusione indagini da notificare a tre sanitari e quattro legali rappresentanti di ditte farmaceutiche. La vicenda degli stent – micro cilindri di metallo impiegati per dilatare i vasi sanguigni ed evitarne l’occlusione – che sarebbero stati impiantati dal 2011 al 2012, sebbene scaduti, a pazienti ricoverati all’ospedale Cannizzaro, continua a impegnare il Nucleo antisofisticazione e sanità (Nas) dei carabinieri.
Gli accertamenti dei militari hanno rilevato «il sicuro impianto di 16 stent scaduti» su 11 pazienti. Ciò avrebbe permesso «illeciti vantaggi economici alle ditte fornitrici», che avrebbero anche fornito all’azienda ospedaliera materiali con scadenze estremamente ravvicinate alla consegna, violando alcuni accordi sottoscritti con la stessa azienda ospedaliera.
Sono stati contestati: sette differenti abusi d’ufficio; sette differenti somministrazioni di medicinali guasti; dieci differenti frodi nelle pubbliche forniture. L’impianto degli stent, nonostante fossero scaduti – secondo quanto accertato dai carabinieri – non ha avuto conseguenze negative per la salute dei pazienti. I militari hanno anche verificato che gli interventi realizzati dal personale medico dell’ospedale sono stati effettuati «in presenza di quadri clinici coerenti con la necessità di procedere all’intervento».