I soldi sarebbero serviti per una piazza all'intersezione tra via Principe di Piemonte e via Umberto. Due strade in dislivello tra loro, spiega l'amministrazione. Per questo si sarebbe pensato di sfruttare lo spazio per costruire un posteggio sotterraneo. La Regione, però, ha posto il veto. E adesso ha ritirato il finanziamento
Fiumefreddo, a rischio 2,6 milioni di fondi europei Nel progetto turistico spunta il parcheggio interrato
A Fiumefreddo, in provincia di Catania, un finanziamento europeo da 2,6 milioni di euro rischia di andare in fumo. Con quel denaro, fondi del Po Fesr 2007/2013, il Comune avrebbe costruito una piazza con parcheggio interrato all’intersezione tra via Principe di Piemonte e via Umberto, in pieno centro. Ma l’assessorato regionale al Turismo lo ha revocato lo scorso 22 maggio, con un decreto firmato dal dirigente Sergio Gelardi. Che elenca un discreto numero di incongruenze. In primo luogo, Palermo ritiene che i fondi, destinati dall’Ue a coprire «interventi infrastrutturali tendenti alla riqualificazione, a finalità turistica, degli spazi pubblici attraverso la realizzazione e il miglioramento delle infrastrutture di superficie sia primarie che secondarie», non possano in alcun modo prevedere opere interrate, tanto meno un parcheggio.
Nel corso del tortuoso iter burocratico durato cinque anni, l’assessorato regionale aveva più volte invitato il Comune a rimodulare il progetto, stralciando la parte sotterranea. Eppure l’amministrazione comunale aveva sempre risposto che il parcheggio avrebbe avuto un ruolo marginale rispetto all’opera nel suo complesso, e che la sua creazione era inevitabilmente generata da un dislivello tra le due strade su cui sarebbe sorta. Ma le contestazioni della Regione non finiscono qui. Il decreto di revoca stigmatizza la nomina – ritenuta inidonea – di un ispettore di polizia municipale per il ruolo di Rup, responsabile unico del procedimento. Una critica poi parzialmente sanata dall’amministrazione locale con l’affiancamento di un architetto, seppur con incarico esterno.
Il sindaco di Fiumefreddo Marco Alosi, però, il finanziamento non vorrebbe perderlo. Per questo ha impugnato il decreto di revoca davanti al Tar. Il tribunale amministrativo regionale dovrebbe pronunciarsi tra il 5 ed il 15 dicembre. «Per un ente che ha un bilancio di circa nove milioni di euro – attacca Giosuè Malaponti del Movimento 5 stelle – perdere un finanziamento da 2,6 milioni sarebbe un danno gravissimo. Quei soldi avrebbero dato respiro all’economia cittadina. Speriamo che il Tar accolga il ricorso. In caso contrario il Movimento invierà un esposto alla Corte dei conti per individuare il responsabile, si trovi esso a Palermo o in Comune».
Secca arriva la replica di Alosi ai pentastellati: «Non sanno nulla di questa storia, speculano». E spiega a MeridioNews che modificare il progetto avrebbe potuto comportare un’esclusione dal finanziamento per altre vie: «Si tratta di un appalto integrato avviato dall’amministrazione precedente: anche la progettazione va a bando ed è parametro per l’ammissione al finanziamento. Mi domando se la revoca sia un atto di natura strettamente tecnica o se non abbia piuttosto una matrice politica. Saranno i magistrati a stabilirlo». Secondo Giuseppe Caudo, già assessore a Fiumefreddo e oggi componente del gabinetto del governatore Rosario Crocetta, la Regione «ha invece fatto bene a revocare il finanziamento: il Comune non sarebbe mai riuscito a rendicontare le spese entro il 31 dicembre 2015 rischiando seriamente il default».