L'iter è fermo perché si attendere il parere dei Revisori dei conti. E a risultare bloccata è anche la fusione con l'Amt, prevista entro il 2015. Ma la preoccupazione dei sindacati è per le voci di un consistente deficit nel bilancio della partecipata. «Non possono essere sempre i lavoratori quelli penalizzati», dice Carmelo Catalano
Sostare, ancora bloccato il contratto di servizio Rischio di tagli a stipendi, minacciato lo sciopero
Chiarezza sui tempi per l’approvazione del nuovo contratto di servizio e sullo stato attuale del deficit del bilancio. È quanto hanno chiesto ieri all’amministrazione comunale alcune sigle sindacali in merito alla situazione della società partecipata Sostare. I rappresentanti delle sigle sindacali Ugl, Faisa-Cisal e Cse-Fulcalm sono stati ascoltati in commissione Partecipate mentrei referenti di Cgil, Cisl e Uil sono stati ricevuti dall’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando.
Il contratto dell’azienda che si occupa della sosta a pagamento in città – come ha assicurato qualche mese fa lo stesso Girlando – avrebbe dovuto essere pronto entro aprile. Ma ancora «si vive alla giornata e non si può fare un piano industriale», denuncia Carmelo Catalano, dell’Ugl. Una situazione che si ripercuote nella gestione quotidiana delle attività. «I servizi affidati, come la sosta notturna o la gestione del parcheggio Fontanarossa, sono dati in proroga. Senza progettualità», lamenta Catalano, che è anche un dipendente dell’azienda municipalizzata. «L’iter è fermo», gli fa eco Giuseppe Grillo della Cgil. «L’assessore non si è sbilanciato, ci ha detto che non dipende da lui, ma nei prossimi giorni si attiverà per accelerare la firma e sottoporre il documento all’aula». «Aspettiamo il parere dei revisori dei conti – dice Girlando – A luglio abbiamo mandato al Collegio il nuovo contratto, ma prima del passaggio in consiglio comunale serve il loro via libera». Secondo l’assessore al ramo i tempi potrebbero essere finalmente maturi. «Abbiamo sollecitato i revisori e mi auguro che entro fine mese potremmo riuscire a sbloccare tutto».
Ma a insistere sulla società partecipata del Comune di Catania è anche il nodo relativo al suo futuro. «Entro giorno 1 gennaio 2016 si deve fare la fusione tra Sostare e Amt», ricorda Catalano. Un’unione della quale però non si hanno ancora notizie. «Aspettiamo il contratto di servizio – replica Giuseppe Girlando – Sulla base di quello potremo valutare le soluzioni per ottenere i vantaggi migliori». Strettamente legato alla vicenda è poi anche lo stato del bilancio di Sostare. Un anno fa, per evitare di chiudere in passivo, gli stessi dipendenti si sono tagliati del dieci per cento gli stipendi per un mese. «L’anno scorso abbiamo fatto un abbassamento volontario degli orari – racconta Carmelo Catalano – 150 euro a lavoratore per evitare la dismissione e portare in pareggio». Adesso «si parla di una perdita di 300mila euro e si devono fare dei correttivi», prosegue Catalano. Per il referente della giunta il saldo negativo non sarebbe così rilevante. «Non ci sono cifre di questo genere», tranquillizza Girlando. E anche Grillo sull’ammontare del buco non si sbilancia, nonostante si mostri preoccupato per le possibili ripercussioni sui lavoratori: «Uno dei rischi potrebbe essere il taglio della quattordicesima (mediamente si aggira intorno a 800 euro, ndr). Ci stiamo lavorando: dobbiamo tenere in piedi la Sostare, ma anche al Comune preme mantenerla in vita».
Ma a subire nuovi tagli l’Ugl non ci sta e i referenti si dicono pronti allo sciopero. «In periodo di spending review l’amministrazione potrebbe dare un segnale politico e togliere alcuni bonus, invece di penalizzare sempre i lavoratori». Il riferimento di Catalano è ai superminimi, incentivi che gravano per 285mila euro sui conti di Sostare e che vengono «assegnati solo a dodici dipendenti. Non sappiamo a chi – continua il rappresentante -, non conosciamo quali siano gli importi né a che titolo vengano dati». La vicenda è stata denunciata dalle sigle sindacali quasi un anno fa, a dicembre 2014, ed è stata rilanciata ad agosto da Michele Failla, presidente della commissione consiliare Partecipate. «Failla ha chiesto un anno fa i documenti all’azienda, ma gli hanno fornito solo la cifra totale», attacca Carmelo Catalano. «Oggi chi se la sente di chiedere a un lavoratore di subire dei tagli, quando ci sono persone nella stessa azienda che guadagnano quattromila euro? – chiede – Diventa una lotta di classe improponibile nel 2015, non me lo aspettavo da questa amministrazione».