Il costo medio nel capoluogo siciliano per uno studente è di 143 euro al mese. Un dato in leggero calo a cui si aggiunge l'aumento della qualità delle varie case e che si scontra con i 243 euro pagati in media a Milano, dove una stanza singola arriva a costare oltre 500 euro
Università e caro affitti, +4% per un posto letto Ma Palermo è la città più economica d’Italia
Studiare sta diventando sempre più un lusso, specie se ci si deve trasferire in un’altra città per affrontare un percorso universitario, ma Palermo è in controtendenza. Questo almeno è quello che si evince dalle stime di Solo Affitti, che ha riscontrato un aumento complessivo del quattro per cento del costo dei posti letto per studenti universitari su scala nazionale. Se infatti trasferirsi in città come Milano, la più cara, dove si arriva a pagare fino a 500 euro per una stanza singola, con una media di 243 euro a posto letto, richiede uno sforzo economico non indifferente, nel capoluogo siciliano, eletto sul fronte affitti città meno cara d’Italia, non è difficile trovare un posto in cui vivere a costi contenuti.
Sempre secondo Solo Affitti, la media del costo dei posti letto per gli universitari dell’ateneo palermitano si aggira attorno ai 143 euro. Stime che non tengono comunque conto del forte abusivismo che ancora impera nei quartieri più popolati dagli universitari che lima giocoforza le cifre verso il basso. Complice di questo livellamento dei costi degli affitti, che già da diversi anni sono stabili su questi numeri, il cambiamento delle abitudini degli studenti e l’eccesso di domanda provocata dallo spopolamento delle zone più ambite dagli universitari, ma meno dalle famiglie locali, che stanno lasciando sempre più campo ai “nuovi” palermitani, gli stranieri.
«Una volta – Spiega Giovanni, ormai ex studente che accompagna il cugino, matricola, alla ricerca di un alloggio – si veniva a Palermo appena dopo il diploma e si passavano lunghe e calde giornate d’estate a strappare “pizzini” da bacheche, lampioni, cabine telefoniche e a fissare appuntamenti per visitare delle case. Adesso, con l’iscrizione a numero chiuso estesa a tutte le facoltà dell’ateneo, a settembre non si conosce ancora se e dove si finirà a studiare. Così ci si riversa tutti insieme per le strade alla ricerca. Fortunatamente l’offerta è molta, non è come ai miei tempi, anche se non sono passati tutti questi anni». Ed effettivamente il numero chiuso è stato un grande modificatore del mercato degli affitti, basti pensare che nel solo 2015 oltre 21mila ragazzi hanno inoltrato la domanda di iscrizione presso l’università di Palermo, ma se si pensa che una cospicua parte di essi è stata scremata dai test, il numero di ragazzi alla ricerca di una stanza, al netto di chi già vive a Palermo con la propria famiglia, di chi preferisce viaggiare ogni giorno per frequentare le lezioni e di chi è vincitore di un posto letto in studentato, non è poi così alto.
Mario ha affisso il suo cartello “Affittasi” su Corso Tukory da qualche settimana. «Qualche anno fa – dice – quando cercavo un inquilino, già dopo poche ore dalla comparsa del cartello il telefono iniziava a squillare. Adesso non solo sono pochi quelli che chiamano, ma hanno anche standard molto alti, pretendono lavatrice e condizionatore e penso che mi dovrò adeguare se non voglio che mi rimanga la stanza vuota». Già, perché con l’aumentare dell’offerta, a fronte di una domanda non esattamente in ascesa, la scelta è più ampia e le richieste da parte dei potenziali affittuari salgono. «Ricordo – continua Giovanni – che quando siamo venuti a studiare a Palermo diversi nostri amici abitavano in case indecenti. Soffrivano le infiltrazioni e il freddo d’inverno, il caldo d’estate. Pagavano meno di me, ma abitavano in veri tuguri. Adesso c’è qualcuno che ancora tenta di spacciarli per camere confortevoli, ma con questi prezzi e questa scelta, penso gli rimarranno sfitte».