Biancavilla, oltre un chilo di hashish sequestrato Era nascosto in casa di due pregiudicati, arrestati

Due pregiudicati in possesso di un chilo e trecento grammi di hashish pronta a essere messa sul mercato. Sono stati arrestati sabato sera dai carabinieri di Biancavilla, nel corso di un’operazione svolta con l’aiuto dei colleghi di Paternò e del gruppo cinofilo di Nicolosi. Si tratta della seconda azione di contrasto dopo quella avvenuta alcuni giorni fa a Belpasso, quando sei persone sono state arrestate perché avrebbero coltivato cannabis nelle campagne di contrada Edera. I nomi dei due uomini fermati sabato non sono stati resti noti, poiché le indagini sono tutt’ora in corso.

Dopo una dettagliata segnalazione, i militari dell’Arma sono andati in simultanea nelle case dei due pregiudicati e le hanno perquisite. Nell’abitazione di uno dei due è stato rinvenuto circa un chilo di hashish, mentre nell’abitazione dell’altro ne sono stati ritrovati 250 grammi. I due sono stati portati in caserma e domani potrebbero essere processati per direttissima. Le sostanze stupefacenti sono state sequestrate. Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini per accertare se si tratti di «battitori liberi» oppure se entrambi siano in organico a qualche cosca mafiosa locale. Una cosa comunque è certa: l’hashish trovato avrebbe alimentato il mercato biancavillese, ma anche quello di Paternò, Adrano e Bronte.

Quattro giorni fa i carabinieri hanno scoperto una piantagione di cannabis con oltre 500 piante pronte per essere lavorate e immesse nel mercato dello spaccio di droga. Il valore al dettaglio sarebbe stato di circa 500mila euro. Nel corso dell’operazione sono state arrestate sei persone. Tra queste Gianluca Presti, un elemento ritenuto vicino alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. All’interno della piantagione i carabinieri hanno rinvenuto, oltre alle piante, un fucile semiautomatico marca Franchi calibro 12, detenuto illegalmente; 22 cartucce del medesimo calibro; due bilance, delle quali una di precisione; una macchina trituratrice. Il fucile sequestrato è stato inviato al Reparto investigazioni scientifiche di Messina per accertarne la provenienza e l’eventuale uso nel corso di crimini passati. 


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