La società marchigiana era stata raggiunta a luglio da un provvedimento di sospensione dell'attività a causa del rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Da allora, però, l'azienda aveva fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale. La sentenza è arrivata nei giorni scorsi
Acireale, il Tar accoglie il ricorso della Senesi Sospesa interdittiva per ditta di raccolta rifiuti
Ricorso accolto, interdittiva annullata. Si conclude così l’estate turbolenta della Senesi spa, la società marchigiana specializzata nel settore della raccolta dei rifiuti, che a luglio scorso era stata raggiunta da un provvedimento emesso dalla prefettura di Fermo, con il quale l’organo periferico del ministero degli Interni sospendeva le attività della ditta a causa del rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.
La misura era stata presa in relazione ai capi di imputazione di cui deve rispondere l’amministratore delegato, Rodolfo Briganti, accusato di reati che vanno dal traffico illecito di rifiuti alla redazione di atti falsi, dall’ingiusto profitto all’indebito incremento del giro d’affari ottenuto gestendo gli impianti di raccolta al di sopra delle capacità degli stessi. Per finire con un risparmio fiscale sugli importi dell’ecotassa e la gestione abusiva di rifiuti pericolosi. Accuse che lo stesso Briganti, all’indomani del provvedimento interdittivo, aveva tenuto a sottolineare risalissero a fatti oramai lontani nel tempo, e che per questo non avrebbero dovuto inficiare la trasparenza delle attività odierne della Senesi.
Sulla vicenda già lo scorso luglio si era pronunciato il Tar delle Marche che aveva sospeso momentaneamente la validità dell’interdittiva, per permettere alla società di espletare i servizi nei Comuni nei quali opera – tra essi, Acireale e Aci Catena – e in attesa della Camera di Consiglio fissata per lo scorso 17 settembre. Ed è così che dall’esame dei documenti, il collegio dei magistrati ha deciso di dare ragione alla società di Porto S. Elpidio, accogliendo la richiesta di annullamento dell’interdittiva antimafia.
«L’informativa oggetto di ricorso – si legge nella sentenza – non pare adeguatamente motivata con riferimento all’attualità della situazione in relazione ai tempi di commissione dei fatti oggetto di valutazione penale, all’entità economica del giro d’affari (che parte ricorrente individua in quattromila euro nell’arco pluriennale), alla richiesta della direzione distrettuale antimafia di Ancona di dichiarare il non luogo a procedere per il reato di associazionismo di stampo mafioso». Per i magistrati, dunque, per il momento la Senesi è libera di proseguire nelle proprie attività senza alcuna censura: «Gli effetti del provvedimento interdittivo vanno quindi sospesi affinché l’Amministrazione rivaluti la vicenda fornendo adeguata motivazione».