Si chiama «Odissea» l'operazione che questa mattina ha portato all'esecuzione di misure cautelari nei confronti di 15 persone, ritenute appartenenti a organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La cannabis era destinata al Gruppo della Stazione di Catania e al clan Pillera. Guarda il video
Droga, marijuana dall’Albania ai clan etnei Sequestri per 70 milioni di euro e 15 arresti
Una maxi-operazione partita alle prime luci dell’alba di questa mattina. È la guardia di finanza che, in queste ore, sta eseguendo misure cautelari nei confronti di 15 persone ritenute appartenenti a una organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. In particolare di marijuana, che – dall’Albania – sarebbe stata destinata al Gruppo della Stazione e al clan Pillera di Catania. L’operazione Odissea parte dall’inchiesta Reset che si è conclusa, nel 2013, con l’arresto di 24 persone con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina, usura, armi e droga. Alla fine del 2014 erano state emesse condanne per 171 anni di carcere.
Le ultime indagini hanno rivelato l’esistenza di due gruppi criminali (uno con base nel Lazio e l’altro attivo tra Catania e Ragusa), composti prevalentemente da albanesi che, nonostante vivessero in Italia, riuscivano a mantenere contatti costanti con il Paese d’origine. Garantendo una fornitura costante di marijuana ai gruppi mafiosi etnei. Gli accertamenti sono cominciati nel 2012 e hanno portato all’arresto, in flagranza di reato, di 19 trafficanti. E al sequestro di 3.500 chili di droga. Che, agli attuali prezzi di vendita, avrebbero fruttato 70 milioni di euro.
Dei 15 arrestati di oggi, 10 apparterrebbero alle due organizzazioni criminali italo-albanesi. Due, invece, sarebbero legati al Gruppo della Stazione. Mentre i restanti tre sarebbero organici al clan che faceva capo a Paolo Di Mauro, morto ad aprile 2014, esponente di spicco della famiglia mafiosa Pillera. Il traffico di droga avveniva via mare. Le imbarcazioni cariche di marijuana partivano dall’Albania e approdavano in Puglia. Da lì in poi l’erba veniva smistata verso Roma. Oppure verso Catania. Dalle indagini sarebbe emersa, inoltre, la decisione delle organizzazioni albanesi di spostare i loro traffici verso la Spagna. A causa, pare, dei continui sequestri in Italia e nel capoluogo etneo.