I migranti erano “stipati” in numero di 440 unità su una imbarcazione che ne avrebbe potuto ospitare, al massimo, una trentina, Secondo le informazione acquisite dagli investigatori, parecchi sono stati percossi durante il tragitto e sono loro ad aver pilotato l'imbarcazione carica di migranti andata alla deriva in acque internazionali LE FOTO
Donne e bimbi chiusi nella stiva Arrestati sei presunti scafisti egiziani
Donne e bambini chiusi nella stiva e fatti uscire solo dopo un riscatto. È una delle atrocità raccontate agli investigatori della Polizia dai migranti approdati internazionali, nel contesto dell’operazione Triton, lo scorso 19 agosto. Sono stati 359 i migranti fatti sbarcare a Palermo dalla nave della Capitaneria di Porto “Ubaldo Diciotti”della Guardia costiera. Gli altri sono stati fatti sbarcare a Taranto.
Sei egiziani sono stati arrestati dalla Polizia: sono ritenuti gli scafisti di quel barcone, con a bordo centinaia di migranti, andato alla deriva in acque internazionali. Ad incastrarli sono state le dichiarazioni dei loro compagni di viaggio, che una volta tratti in salvo e fatti sbarcare a Palermo, hanno descritto le drammatiche condizioni vissute durante la traversata. Si tratta di Ala Mohamed Shafi 28 anni, Mustopha Taysir 38 anni Solah Ahmed 29 anni, Mohammud Alli, 22 anni, Mohammed Abdella 24 anni e Mustopha Taysir di 38 anni
«Hanno dato conto – spiegano gli investigatori – di punte di crudeltà ed abiezione, finora, raramente toccate dai “mercanti di uomini”». Durante il viaggio della speranza decine di donne e bambini, terrorizzati, sarebbero stati chiusi a chiave sotto coperta e fatti uscire all’aria aperta soltanto dopo il pagamento di un ulteriore, cospicua somma di denaro, una sorta di “riscatto”, da parte dei parenti, uomini.
I migranti, tra i quali 56 minori e 60 donne, sono, stavolta, partiti dall’Egitto e non dalla Libia, a fronte del pagamento di 2000 dollari, cadauno, che sono stati “stipati” in numero di 440 unità su una imbarcazione che ne avrebbe potuto ospitare, al massimo, una trentina, che parecchi sono stati percossi durante il tragitto.