L'ex assessore al Lavoro, di fede renziana, è stato scelto come presidente. Le vice saranno e parlamentari regionali Concetta Raia e Marika Cironedi Marco. Intanto il segretario Raciti, senza mai citarlo, boccia la candidatura a palazzo d'Orleans dell'ex rettore dell'università di Palermo
Bruno alla guida dell’assemblea del Pd No a Lagalla candidato presidente
Nessuna sorpresa dall’assemblea odierna del Partito democratico siciliano che ha scelto Giuseppe Bruno, ex assessore regionale al Lavoro, come presidente. Prende il posto del dimissionario Marco Zambuto, ex sindaco di Agrigento. Scelti anche le vicepresidenti, entrambe donne: sono le parlamentari regionali Concetta Raia e Marika Cirone di Marco.
Il nuovo presidente Giuseppe Bruno appartiene all’ala renziana del Pd siciliano. Un passato nel Partito popolare italiano, quindi nei Ds e infine nel Pd. Nell’ultimo periodo si è molto avvicinato al sottosegretario Davide Faraone, braccio destro del premier nell’Isola.
Nelle ultime ore il dissidente Fabrizio Ferrandelli, dimessosi da deputato, aveva lanciato la candidatura della trentenne Giulia Beninati. Proprosta respinta dall’assemblea, ma il segretario regionale Fausto Raciti ha voluto lanciare una proposta: che faccia parte dell’esecutivo regionale, «non per la logica del contentino – ha precisato – alla corrente Ferrandelli, ma per valorizzare le migliori risorse che il Pd può offrire e di cui giulia è espressione».
Altra notizia di rilievo emersa dall’assemblea dei democratici è la bocciatura indiretta della candidatura di Roberto Lagalla alla presidenza della Regione. Il nome del rettore uscente dell’Università di Palermo, che in passato è stato assessore alla Sanità del governo guidato da Totò Cuffaro, è circolato anche in questi giorni come possibile prossimo candidato alla presidenza della Regione da parte della coalizione di centrosinistra. Raciti, senza mai citarlo, ha sottolineato: «Stiamo portando avanti un lavoro importante nella sanità siciliana, con la nomina di Baldo Gucciardi il Pd intende proseguire il lavoro di Lucia Borsellino: possiamo solo andare avanti, non certo tornare al passato».