Il fratello del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio non usa giri di parole e si scaglia contro il presidente della Regione siciliana, reo di non aver difeso la nipote dalle minacce del medico personale del governatore, Matteo Tutino. Il leader della Agende rosse ha anche mostrato apprezzamento per la partecipazione di Mattarella alle iniziative previste in via D'Amelio rispetto a chi, in passato, non è mai venuto
Salvatore Borsellino: «Gravissime parole Tutino» «Perché Crocetta non ha denunciato subito?»
«Tutino dice una cosa gravissima perché, riferendosi a Lucia, non dice di farla fuori dall’assessorato ma di eliminarla come suo padre, e sappiamo benissimo a cosa si riferisce. È grave che Crocetta non abbia reso noto questo episodio e non lo abbia subito estromesso dal suo entourage». Salvatore Borsellino non ha usato giri di parole ed è partito subito all’attacco del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, reo di non aver difeso la sua “pupilla”, la nipote Lucia Borsellino, figlia di Paolo, il magistrato ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio il 19 luglio del 1992. Difesa dalle nemmeno tanto velate minacce del medico personale del governatore, Matteo Tutino.
Il settimanale l’Espresso, infatti, ha reso pubblico il contenuto di alcune intercettazioni tra il chirurgo e Crocetta, nelle quali il primo, riferendosi a Lucia, avrebbe detto «occorre farla fuori come sua padre». Parole che hanno sorpreso Salvatore che, in occasione della presentazione delle manifestazioni previste per il 23esimo anniversario della strage di via D’Amelio, non ha nascosto il disgusto per il macabro riferimento alla sorte toccata al fratello. «Chiederò personalmente al presidente come mai non abbia fatto chiarezza subito. Voglio andare a fondo su questa vicenda e capire perché Crocetta non abbia denunciato questo episodio». Borsellino, durante l’incontro con i giornalisti, ha risposto anche su altri argomenti, legati comunque al tema centrale delle manifestazioni che si terranno nei prossimi giorni, in particolare riguardo la partecipazione del presidente della Repubblica.
«Sergio Mattarella – ha proseguito – sarà anche in via D’Amelio perché parteciperà alla veglia che mia sorella Rita organizza ogni anno assieme all’Agesci. Non è la prima volta che un presidente della Repubblica prende parte a queste iniziative ma la prima da sette anni a questa parte». Il riferimento, evidentemente è all’ex presidente Giorgio Napolitano, con il quale non sono mancate le polemiche anche per l’atteggiamento adottato riguardo il processo sulla trattativa Stato-mafia. «Napolitano non si è mai degnato di venire in via D’Amelio. Evidentemente – ribadisce – ci sono presidenti della Repubblica che hanno paura di un’agenda rossa levata e altri, come Mattarella, forse perché fratello di una vittima di mafia, che non hanno queste remore».
E, parlando di processi, Salvatore ha rivelato che probabilmente non seguirà mai il Borsellino quater, perché «nonostante sia parte civile nel processo di Caltanissetta e, al contrario, sia stato escluso da quello che si svolge a Palermo sulla trattativa, confido molto più in quest’ultimo dibattimento per far sì che la verità sulle stragi venga a galla. Perché fino a quando a Caltanissetta non vedrò indagati quelli che non hanno impedito il depistaggio che si è svolto nei primi processi Borsellino e non vedrò imputati solo i poliziotti che hanno costretto Scarantino a produrre una falsa testimonianza ma anche i superiori e chi ha ispirato quel depistaggio, allora non penso che al processo di Caltanissetta arriverà alcun contributo per la ricerca della verità».
Un chiarimento, infine, sul polverone sollevato dalle parole del figlio di Paolo, Manfedi Borsellino, oggi commissario di polizia, che in una intervista rilasciata alla Stampa ha detto di non aver intenzione di essere presente in contrasto con «l’antimafia di facciata e inutili passerelle». «Mio nipote – ha aggiunto – mi ha confermato il contenuto della nostra prima conversazione, ovvero che le sue parole erano state interpretate male ma non dall’autrice dell’intervista ma da chi poi, partendo da quelle dichiarazioni, ha costruito altri articoli travisando il senso delle affermazioni. Ad ogni modo, a conferma che le sue parole erano riferite a chi ha usato l’antimafia per far carriera e non alle associazioni come le Agende rosse che si impegnano tutto l’anno per affermare i principi di legalità e giustizia, lui ci sarà. Il 17 pomeriggio parteciperà alla partita di calcetto che si terrà alla Magione, con i ragazzi della scorta. Visto che lui ha dichiarato che l’anniversario intende fare qualcosa che fa tutto l’anno – dice sorridendo – da appassionato da calcio l’abbiamo invitato e lui ha accettato».