Venticinque anni fa il primo numero della rivista fondata da Giuseppe Fava, il giornalista poi assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984. Ai Benedettini una mostra che far conoscere un pezzo di storia dell'informazione catanese che, ancora oggi, si tende spesso a rimuovere
‘I Siciliani’, ricordare per essere liberi
Quindici giorni di mostra fotografica e due giornate di incontri per ricordare, venticinque anni dopo, quella che è stata uningombrante voce fuori dal coro nellinformazione a Catania. Venticinque anni dopo si torna a parlare con grande forza del messaggio di rottura dal torpore di una città – che troppo spesso si è girata dallaltra parte – che Giuseppe Fava assieme ai suoi carusi ha dato. La mostra si incentra sul primo numero della rivista, quando Pippo Fava era direttore de I siciliani dice Maria Teresa Ciancio della Fondazione Giuseppe Fava e vuole ricordare e far conoscere luomo, il giornalista e lartista ai giovani, che ignorano la sua esistenza.
Oggi si inaugurerà alle 16,30 la mostra fotografica Correva lanno nellauditorium dellex Monastero dei Benedettini sul primo numero de I Siciliani. La mostra sarà visibile per quindici giorni. Abbiamo invitato le scuole di tutta la provincia a visitarla ed a conoscere Giuseppe Fava, che questa città ha cercato di rimuovere anche nel ricordo. Lui non era soltanto un giornalista (fase, questa, che corrisponde alla sua maturità), ma anche uno scrittore di novelle e di teatro, oltre che un pittore. Questo dimenticare lo scrittore Giuseppe Fava è come ucciderlo una seconda volta, continua Maria Teresa Ciancio. Durante lincontro saranno presenti i carusi il gruppo storico del mensile – i quali racconteranno la nascita e la vita di questa rivista. Uno di loro racconterà, invece, quello che è accaduto dopo il 5 gennaio, giorno delluccisione del direttore. Interverrà poi lavvocato che ha preso parte al processo del delitto Fava che leggerà alcuni stralci degli atti.
Sabato 1 dicembre si terrà nel Coro di notte del Monastero alle 9,30 lincontro Filo diretto tra gli studenti dei giornali on line e i giornalisti de I siciliani. Sarà un momento di dibattito e di confronto tra i giornalisti di ieri e gli aspiranti tali di oggi. Alle 16,30 si aprirà, invece, lincontro Giustizia, mafia e poteri forti: cosa è cambiato, cosa è perduto.
Pippo Fava ci ha lasciato un messaggio etico: quello della dignità della professione giornalistica che in questa città, oggi, è sputtanata. Il giornalista deve ricercare la verità e, una volta trovata, deve renderla nota, quando è possibile, conclude la signora Ciancio.
Entrambe le giornate sono state organizzate dalla fondazione Giuseppe Fava, in collaborazione con i Circuiti culturali dellateneo di Catania e con le facoltà di Lingue e Lettere.
Link utili:
il programma delle giornate
I siciliani: la memoria