I dati contenuti nella relazione sottolineano un aumento della pressione fiscale a fronte della riduzione degli investimenti, mentre cresce il costo delle partecipate di circa 20 milioni di euro. Ma il primo cittadino sottolinea come il Comune non sia più a rischio default e punta il dito contro i tagli del Governo nazionale e i ritardi nei trasferimenti dell'Esecutivo regionale
Revisori e consuntivo, Orlando si promuove «Abbiamo il miglior bilancio a sud di Roma»
«Assolutamente soddisfatto». Nonostante le criticità evidenziate nella relazione dei revisori dei conti sul bilancio consuntivo 2014 del Comune di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando promuove l’attività della sua amministrazione. Il Comune «non è più a rischio default» e molte delle colpe per i troppi tagli e ritardi nei pagamenti sono attribuibili, secondo il primo cittadino, ai governi nazionale e regionale. I dati contenuti nella relazione sottolineano un aumento della pressione fiscale di 150 milioni di euro (2012-2014) a fronte della riduzione degli investimenti (-100 milioni), mentre cresce il costo delle partecipate di circa 20 milioni di euro. Inoltre, preoccupa ancora il disallineamento dei conti delle partecipate rispetto al bilancio del Comune.
Ma Orlando controbatte autorevole: «Abbiamo finalmente tutte le partecipate in utile d’esercizio – afferma -. Mi sembra che siamo in condizioni di assoluta tranquillità nonostante i tagli del governo nazionale e i tagli e i ritardi nell’assegnazione delle somme del governo regionale». Non sembra essere minimamente preoccupato, anzi, incalza: «Abbiamo il miglior bilancio a sud di Roma per quel che concerne città medio-grandi. In altre parti del mondo si sarebbe detto “come hanno fatto a fare il miracolo”? Noi diciamo solo che abbiamo lavorato come le formiche in questi due anni e abbiamo portato avanti questo risultato, che speriamo non venga distrutto da scelte scellerate dei governi nazionale e regionale, che sembrano insistere nel voler colpire le amministrazioni comunali». «La recente legge approvata sull’armonizzazione dei bilanci, ad esempio, rischia di mandare in dissesto un centinaio di comuni siciliani» conclude Orlando.