Nel Piano degli interventi per superare l'emergenza dopo la frana che ha colpito l'A19, sono spiegati i motivi che hanno portato a bocciare le proposte del Comune di Caltavuturo e dei Cinque stelle che chiedevano l'utilizzo del Genio militare. «Ma il ministero della Difesa andrebbe comunque compensato», si legge nel documento
Viadotto crollato, la bretella costerà 6,8 milioni No a ipotesi M5s, «non riduce tempi e costi»
C’è più di un retroscena dietro il Piano degli interventi per il superamento dell’emergenza generata dal cedimento del viadotto Himera, a causa di una frana, lo scorso 10 aprile. Prima dell’approvazione della proposta da 9 milioni 330mila euro del commissario delegato Marco Guardabassi, a opera del dipartimento di Protezione civile lo scorso 26 giugno, altre ne erano state avanzate. In particolare per quanto riguarda la realizzazione del bypass. Tra queste, quelle del Comune di Caltavuturo, in provincia di Palermo, e dei parlamentari siciliani del Movimento 5 stelle. Entrambe bocciate perché «non funzionali alle esigenze di celerità ed efficacia tecnica richieste dall’ordinanza».
Nel provvedimento del 30 maggio scorso, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 9 giugno, il capo della Protezione civile delega Guardabassi quale commissario al superamento dell’emergenza, prescrivendo due precise iniziative: «Realizzazione di una bretella provvisoria di collegamento al viadotto, ove necessario, costituita da rampa di accesso, consolidamento del versante a protezione della viabilità provvisoria, adeguamento della strada provinciale 24 fino allo svincolo di Scillato; demolizione o smontaggio delle campate della carreggiata direzione Catania tra le pile 16 e 22».
La proposta di viabilità alternativa o aggiuntiva dell’amministrazione di Caltavuturo consiste nel riutilizzo della regia trazzera Prestanfuso, che corre nei pressi del tracciato autostradale, al di sotto del viadotto, costeggiando il fianco sinistro dell’Imera, dal ponte di Scillato a contrada Chiusa. I parlamentari pentastellati, invece, hanno avanzato l’ipotesi di adeguamento della strada di cantiere Lodigiani, sulla sponda destra dell’Imera, a partire dal tratto della provinciale 24 immediatamente precedente il ponte sul fiume, con l’innesto in autostrada in due possibili diversi punti, mediante un viadotto da realizzarsi anche con l’utilizzo di un ponte Bailey a cura del Genio militare.
Secondo il commissario, tuttavia, «la regia trazzera Prestanfuso si presenta del tutto inidonea ai mezzi pesanti e comunque non possiede i requisiti minimi di sicurezza neppure per la circolazione a doppio senso di marcia delle sole autovetture; senza contare che parte del tracciato è nell’immediata prossimità dell’alveo fluviale». La seconda ipotesi, che per quanto attiene al percorso individuato è analoga a una di quelle dell’Anas poi tramontate, viene ritenuta «interessante, almeno in linea teorica, per il possibile risparmio di risorse derivante dall’utilizzo di mezzi e maestranze di un’altra amministrazione dello Stato e per l’impiego di una tipologia di ponte, provvisorio per definizione, che si presta all’uso temporaneo richiesto dalla fase emergenziale». Ciononostante, dopo gli opportuni contatti con il Genio militare e gli approfondimenti tecnico-amministrativi del caso, Guardabassi conclude che «l’utilizzo del ponte Bailey non risulta compatibile con i vincoli di pendenza e curvatura per il raggiungimento del piano viabile del viadotto autostradale» e che «non può comunque prescindere da adeguate opere di fondazione» che «renderebbe pressoché irrilevante il risparmio di tempi e costi».
La proposta, ancora, prevede l’utilizzo ma non l’adeguamento della Provinciale 24, in contrasto con la necessità di far transitare in sicurezza il traffico autostradale, in doppio senso di marcia. Proprio per mettere in sicurezza la strada il ministero stima un tempo di 80 giorni e il costo di 2 milioni 300mila euro. La strada Lodigiani, poi, è «caratterizzata da diffusi e importanti fenomeni franosi: ipotizzare la sua radicale trasformazione (è ancora oggi una strada di cantiere) per renderla idonea al traffico autostradale verrebbe ad alterare pesantemente l’area, sotto il profilo dell’equilibrio idrogeologico». Dubbi, infine, sotto il profilo dei costi: «L’intervento del Genio militare non è a costo zero né quasi zero, in quanto il concorso del ministero della Difesa va necessariamente compensato; c’è poi da considerare il costo dei materiali e il noleggio delle attrezzature». Alla fine l’ipotesi scelta dal commissario Guardabassi e approvata dalla protezione civile prevede la costruzione della rampa di accesso all’autostrada per un costo complessivo pari a 4 milioni 490mila euro.