La discarica di Timpazzo è rimasta chiusa un solo giorno ma nel popoloso centro l'immondizia, dopo una settimana, non è ancora stata raccolta. L'amministrazione comunale avvia un monitoraggio. Dubbi sulle modalità della differenziata. Intanto a preoccupare sono le prossime scadenze
Gela, discarica aperta ma rifiuti in strada Ultimatum del Comune alla ditta campana
Ad una settimana di distanza dalla chiusura della discarica di Timpazzo, riaperta il giorno dopo su provvedimento del Tar, continuano ad accumularsi i rifiuti a Gela. Una vicenda strana sulla quale neanche l’amministrazione comunale finora è riuscita a fare luce. «Visto che non è cambiato il contratto, né le modalità di ritiro dei rifiuti – scrivono in una dichiarazione congiunta il sindaco Domenico Messinese e l’assessore all’Energia e Sviluppo economico del territorio Simone Siciliano – viene spontaneo chiedersi come mai questi cumuli. L’amministrazione ha comunque avviato un’azione di monitoraggio e controllo per far sì che tali condizioni non abbiano più a ripetersi».
Mentre i Cinquestelle al governo indagano, è bene fare un passo indietro. La discarica di Timpazzo, una delle poche strutture pubbliche in Sicilia, è gestita dall’Ato ambiente Cl2, nella quale versano i propri rifiuti solidi urbani otto Comuni del nisseno (Gela, Niscemi, Riesi, Mazzarino, Piazza Armerina, Butera, Sommatino e Delia). Con l’afa estiva che imperversa, la chiusura di Timpazzo avrebbe significato non solo l’accumulo dei rifiuti ma un problema igienico sanitario per i paesi interessati. Per questo motivo i sindaci del comprensorio avevano protestato, con tanto di fascia tricolore, non appena erano venuti a conoscenza del provvedimento della Regione. L’emergenza rifiuti sembrava però essere stata scongiurata dalla decisione del Tar dell’1 luglio scorso.
Appunto, sembrava. Perché, percorrendo le strade della città, i cumuli di immondizia fanno ugualmente cattiva mostra di sé. Il dubbio è che la grave situazione attuale non sia figlia di solo un giorno di mancata raccolta. Cosa succede allora? C’è chi dà la colpa alla pessima organizzazione della differenziata. Anche se gli ultimi dati ufficiali diffusi dalla Tekra srl, la società campana che si occupa del servizio dei rifiuti in città, a marzo indicavano il 49 per cento di immondizia raccolta con la differenziata. In teoria un successo, per un servizio che è stato avviato appena un anno fa, il 16 giugno 2014. Una settimana fa, il 29 giugno, davanti alla concreta ipotesi di chiusura della discarica, la ditta comunica la sospensione del ritiro dei rifiuti indifferenziati. Informazione data con un post su Facebook nel tardo pomeriggio, con la conseguenza che molti cittadini lamentano l’assenza dei cassonetti, nonché della necessaria fase di sensibilizzazione e informazione.
Mancano inoltre centri di raccolta ed isole ecologiche, considerando che d’estate la quantità di rifiuti prodotta è maggiore. Dito puntato anche sulle cattive pratiche dei cittadini, sempre dure a morire. Intanto si procede per eliminare quello che, oltre a essere un pericolo dal punto di vista sanitario, non è un buon biglietto di visita per una città che aspira ad essere turistica. «In merito ai cumuli ancora presenti in città – chiarisce l’amministrazione comunale – ci aspettiamo che vengano rimossi completamente dalla Tekra nel giorno calendarizzato, ossia domani, martedì 7 luglio». Una misura però che rischia di essere solo temporanea. «Fino al 10 luglio – spiega l’avvocato Giuseppe Panebianco, commissario liquidatore dell’Ato Cl2 recentemente prorogato fino al 14 luglio – la discarica rimarrà aperta, ma ad oggi non ci è stata comunicata alcuna data per l’indizione di una nuova conferenza dei servizi».
Per Giuseppe Corrao, europarlamentare del Movimento cinque stelle, l’emergenza rifiuti è solo rinviata. «Il governo Crocetta, di concerto con i poteri forti – denuncia Corrao in una nota – persevera nell’azione di distruzione della Sicilia avallando gli affari sulla gestione rifiuti-discariche-inceneritori. Oggi a causa della mancata progettualità e mancata attuazione del piano gestione rifiuti ci troviamo in prossimità di uno stato d’emergenza voluto, programmato e subdolamente attuato alle porte della stagione estiva».