Dal 2010 si alternano le ordinanze prefettizie che restringono l'accesso alle zone sommitali della montagna etnea. A volte obbligando gli escursionisti a essere accompagnati dalle guide autorizzate, altre vietando del tutto le visite. Una situazione criticata da esperti e appassionati, oggi riuniti in un gruppo di associazioni e cittadini che ha diffuso il proprio manifesto. Guarda le foto
EtnaLibera, un comitato contro i divieti «L’uomo non può governare la Natura»
«Gli spazi naturali non possono essere assimilati a un
Nel documento, il comitato EtnaLibera fa innanzitutto cenno ai motivi per cui la montagna non si può vietare. A partire dalla legge. «Il diritto di circolazione dei cittadini è tutelato costituzionalmente dall’articolo16 e può essere limitato solo per motivi di “sanità o sicurezza” – scrivono – L’Etna è un vulcano costantemente attivo, con manifestazioni permanenti e dove i fenomeni eruttivi possono avvenire in qualsiasi parte del suo vasto territorio». Impossibile quindi prevedere e garantire la sicurezza dei cittadini, specie considerato che «la pericolosità dell’Etna in relazione ai fenomeni è statisticamente molto bassa». Secondo una ricerca del Cai, si tratta di cento vittime e 37 feriti in 500 anni. Contro le centinaia ogni anno sulle Alpi. Non solo. Questa gestione del vulcano va in contrasto, ricordano dal comitato, con la «normativa istitutiva della stessa Protezione civile che privilegia gli interventi di “previsione e prevenzione”, nonché quelli di soccorso». Anche perché vietare porta con sé un ingente danno economico: per i Comuni coinvolti che accolgono così meno turisti e per le guide alpine e vulcanologiche che si vedono vietato l’accesso in caso di eventi eruttivi. A regolare la fruizione sulla montagna, invece, ricorda il comitato, dovrebbe essere il Parco dell’Etna, secondo un apposito regolamento emanato nel 2003.
Davanti alla necessità di sicurezza percepita dalle istituzioni, il comitato EtnaLibera avanza alcune proposte da sostituire all’ordinanza di interdizione. Innanzitutto, mantenere la cosiddetta zona gialla – l’area superiore ai 2900 metri – dove però «chi accede lo fa nella piena consapevolezza dell’elevato, potenziale pericolo e assumendosi anche la responsabilità legale nel caso in cui accompagni persone meno esperte». Gli escursionisti – che andranno meglio informati con infopoint e cartelli multilingue – potranno
Il documento completo – insieme all’apertura delle sottoscrizioni – verrà presentato venerdì 10 luglio alle 21 nello spazio davanti al museo della civiltà contadina di Nicolosi. Il comitato è stato promosso da Agai (Associazione Guide Alpine Italiane), Cai (Club Alpino Italiano Regione Sicilia Onlus), Etnalife, Etnasci, Etnaviva, Etnawalk, FederEscursionismo Sicilia, Fie (Federazione Italiana Escursionismo) e Piuma Bianca. Tra i personaggi e le realtà che hanno aderito già in questa prima fase ci sono l’associazione