Entrambe le associazioni annunciano che nel caso in cui partisse un processo dall'inchiesta che vede coinvolti i vertici della società, si costituiranno parte civile. «Ci attendiamo che altre squadre vengano coinvolte», spiegano. Da qui l'esigenza di tutelare abbonati e sostenitori per chiedere «danni morali e patrimoniali subiti»
Combine Catania, appello di Codacons e Codici Al via raccolta di richieste risarcitorie per i tifosi
Le associazioni a difesa dei consumatori Codacons e Codici Sicilia annunciano che si costituiranno parte civile nel caso in cui dall’inchiesta che vede coinvolti i vertici del Calcio Catania dovesse scaturire un procedimento penale. La procura etnea ha disposto i domiciliari per il presidente Antonino Pulvirenti, l’amministratore delegato Pablo Cosentino e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri. Per ora l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive. Cinque le partite finite nell’indagine. Entrambi gli enti prevedono la possibilità di chiedere un risarcimento danni per gli abbonati e lanciano un appello per aderire alle iniziative.
«Ci attendiamo che altre squadre vengano coinvolte visto che la compravendita di una gara in questi casi prevede la correità», spiegano i rappresentanti di Codici Ivano Giacomelli e Manfredi Zammataro. L’associazione «presenterà a breve un esposto per chiedere si faccia luce su tutti gli eventuali ed ulteriori profili di responsabilità». I tifosi possono già rivolgersi a «uno sportello presso la nostra sede di Catania per fare richiesta di rimborso degli abbonamenti della stagione appena conclusa e per chiedere un risarcimento per il danno subito».
Anche il Codacons ha avviato una procedura simile rivolta ai sostenitori rossazzurri. «Abbiamo deciso di lanciare un’azione risarcitoria in favore dei tifosi delle squadre coinvolte nello scandalo e di chi ha scommesso sulle partite incriminate», scrivono i vertici dell’ente in un comunicato. Dal portale sarà possibile compilare un modulo per chiedere «danni morali e patrimoniali subiti». Come sottolinea l’associazione dei consumatori, «i tifosi hanno sostenuto spese per seguire la propria squadra del cuore (abbonamenti o biglietti per lo stadio, acquisto partite in pay-tv, trasferte) mentre gli scommettitori hanno puntato su partite secondo la procura decise a tavolino. Soldi che – concludono – ora dovranno essere restituiti dai soggetti responsabili di illeciti».
Arriva, nel frattempo, pure la reazione di Catania Bene Comune. «Migliaia sono le donne e gli uomini, ragazze e ragazzi che, con genuina passione sportiva, seguono le partite di calcio della squadra della città. Gli atti criminali della dirigenza rappresentano un insulto inaccettabile – si legge in un comunicato – È necessario e urgente che l’amministrazione comunale, come successo in altre tante occasioni, dichiari l’intenzione di costituirsi parte civile al processo contro il presidente del Catania Calcio, Nino Pulvirenti, e contro gli altri dirigenti».