«Palermo rappresenta per tutti noi la storia della Polizia giudiziaria - ha detto Ruperti in conferenza stampa -. Un onore per me essere qui. Palermo ha avuto personaggi che hanno fatto la storia, uno per tutti Boris Giuliano. Il segreto di questo lavoro è l'abnegazione, la voglia di farlo»
Si insedia il nuovo capo della Mobile di Palermo Ruperti «Messina Denaro? Di certo non lo arrestiamo domani»
Tutto nuovo per il neo capo della Mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti. Per “tutto” si intende ovviamente, sede e colleghi di lavoro. Appena ieri ha conosciuto il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi e gli aggiunti tra cui Teresa Principato con cui si troverà a lavorare a stretto contatto nella ricerca del boss latitante Matteo Messina Denaro.
E proprio su questo argomento si è lasciato andare ad una battuta, forse in risposta a quanto dichiarato dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti qualche giorno fa, in merito alla cattura quasi imminente del boss latitante. «Sicuramente domani non lo arrestiamo noi» ha detto alla stampa sorridendo, aggiungendo poi che lo prenderanno, ma non si può sapere quando -. E’ chiaro che qui si respira quest’aria a tutti i livelli – continua –, dalle procure, alle forze di polizia. Il gruppo è forte e sostanzioso. Le persone che ci sono sono sufficienti a fare quello che bisogna fare». Certo è che sta studiando Ruperti, sta studiando le carte che riguardano la cattura di Messina Denaro e cercando di capire cosa si può fare e si deve fare di più.
Originario di Crotone, 48 anni, il capo della Mobile con questo nuovo incarico, fa tris, «Sono uno dei pochi che si sta occupando di tutti gli aspetti principali della malavita, e quindi quello campano, quello calabrese e adesso quello siciliano. Palermo rappresenta per tutti noi la storia della Polizia giudiziaria, rappresenta per me quello che ho vissuto da studente universitario. Sono entrato in polizia nel ’94. Un onore per me essere qui. Palermo ha avuto personaggi che hanno fatto la storia, uno per tutti Boris Giuliano. Le associazioni criminali si possono chiamare come si vuole. Sono tutte finalizzate all’arricchimento e quindi il modo di aggredirle è uguale dappertutto. Non si cono differenze, il segreto è l’abnegazione, la voglia di farlo».
Ruperti, già promosso primo dirigente e capo della Mobile di Catanzaro per 5 anni. Un ruolo di rilievo quello che ricoprirà a Palermo che lo porterà a mettere in campo tutta l’esperienza maturata e dimostrata nel capoluogo calabrese in cui ha condotto numerose indagini contro la criminalità organizzata non solo in città ma anche in provincia di Vibo Valentia ed a Lamezia Terme . L’ultima inchiesta condotta dal poliziotto è quella sul calcio scommesse Dirty soccer che ha portato alla scoperta di una serie di partite di Lega Pro e serie combinate. «Quell’indagine – racconta – parte con una telefonata che ho fiutato bene, tra un mafioso e direttore sportivo e poi mettendo in moto attività tecniche abbiamo scoperchiato un vespaio».
Esperto anche del fenomeno del racket, metterà in campo la sua esperienza anche in questo «La squadra mobile di Palermo ha fatto un lavoro importante e già monitora e attenziona il fenomeno delle estorsioni, reato principe della criminalità organizzata. E importante ruolo hanno ovviamente le collaborazioni e le denunce. Dove ho lavorato io si era arrivati quasi a una inversione di tendenza notevole a seguito del pentimento del boss Giuseppe Giampa (a capo della ‘Ndrina che opera nel quartiere Nicastro di Lamezia Terme, ndr). Si è arreso, si è pentito e a quel punto diversi imprenditori hanno denunciato. Bisogna spronare alla denuncia, dire che è stata messa la colla nei lucchetti va bene, ma è importante è che gli imprenditori ci indichino chi ha messo la colla, chi li minaccia».
Scatta dunque adesso il toto numero due, la scelta del vice di Ruperti e dunque di chi prenderà il posto del promosso De Santis, che dovrà essere anche lui persona di spessore e autorevole, preparata e di esperienza. Se Ruperti dovesse decidere di portare da fuori un un uomo/donna di sua fiducia, certo è che dovrà fare i conti con un’anzianità di servizio che diversi papabili di Palermo hanno, come ad esempio la dottoressa Silvia Como, vicequestore aggiunto e dirigente della sezione antirapine della squadra mobile di Palermo , Carmine Mosca capo della Omicidi, il sovrintendente Antonio Sorrentino, Rosaria Maida alla guida della sezione Reati contro i minori e sessuali. Se dovesse arrivare una figura con meno anzianità di servizio della loro, potrebbero infatti verificarsi altri grossi cambiamenti all’interno della squadra mobile palermitana.