Il leader della Lega Nord ha subito l'ennesima contestazione. Ma i manifestanti sono stati tenuti lontani dalla polizia, anche con la forza. Ad ascoltare il segretario non molte persone che lo difendono. Lui: «In Sicilia destra e sinistra si mettono d’accordo pur di mantenere la poltrona». Guarda video e foto
S. Giovanni La Punta, tensione per la visita di Salvini I sostenitori: «Cosa ce ne frega a noi del passato?»
Matteo Salvini sposta la sua campagna elettorale nella Sicilia orientale portando con se un ormai noto carico di contestazioni. Lanci di uova sulla polizia, tafferugli e attimi di tensione hanno accompagnato l’arrivo del segretario della Lega Nord a San Giovanni La Punta, nel Catanese. Giunto per supportare il suo candidato sindaco alle amministrative del 31 maggio e 1 giugno, Lorenzo Seminerio. Il comizio organizzato in piazza Lucia Mangano ha avuto un seguito discreto, anche a causa della chiusura delle strade che portavano al luogo dell’incontro. Per paura dei contestatori la polizia, schierata in assetto anti sommossa, ha impedito l’accesso alla piazza provocando le proteste di chi avrebbe voluto maggiore seguito per il politico.
Fino alle 16 tutto è rimasto bloccato a causa della presenza di un centinaio di manifestanti appostati dal primo pomeriggio nel tratto in cui la via Roma si snoda proprio verso la piazza. Si è assistito a scene insolite per San Giovanni La Punta. Intorno alle 15.15 si sono vissuti momenti di tensione con i manifestanti di #MaiconSalvini che hanno provato a spostare le transenne trattenute dalla polizia. Ne è nato nervosismo e una carica della polizia subito rientrata tra gli insulti dei manifestanti più vicini al cordone di sicurezza.
«Catania ti schifa – hanno urlato ripetutamente i manifestanti rivolgendosi a Salvini – dal 2009 butti fango sul Meridione. Perché non possiamo entrare se questa piazza è pubblica?», hanno chiesto. «Tutto il popolo catanese odia la Lega, è giusto contestare Salvini perché il suo è un partito xenofobo e razzista. Siamo nel 2015 e non possono esserci barriere», hanno poi urlato i giovani di #MaiconSalvini. Al di là delle transenne, in piazza Lucia Mangano ci sono i sostenitori del segretario legista. Una giovane poco distante della protesta ha definito i manifestanti dei «parassiti della società», mentre una donna accompagnata a da una bandiera del partito Noi con Salvini e una della Regione siciliana ha affermato: «Questa è una situazione paradossale. Protestano contro idee giuste, contro chi enuncia l’esaltazione del made in Italy e l’abbattimento dell’Imu agricola. Di cosa stiamo parlando? Salvini parla di problemi concreti da risolvere e loro parlano di storie vecchie di 20-30 anni fa. Ma cosa vogliono ce ne frega a noi del passato? Noi pensiamo al presente e al futuro e attualmente noi non abbiamo né presente, né futuro».
Obiettivo per le amministrative è raggiungere il 5 per cento. Anche se il vero risultato resta sempre quello nazionale. «Voglio vincere perché il governo Renzi-Alfano è il governo dell’immigrazione, il governo delle tasse e del massacro dell’agricoltura – ha affermato il segretario della Lega nord – però non voglio fare inciuci come quelli che ci sono in Sicilia. Destra e sinistra non si capisce niente, la Lega ha alle idee chiare – ha aggiunto – qui troppi politici hanno preso i voti, sono scappati e poi crollano i viadotti e l’agricoltura è in ginocchio, poi arrestano anche cinque consiglieri regionali al giorno e c’è il 50 per cento di disoccupazione giovanile. Qui come Lega non abbiamo mai governato, ci mettiamo a disposizione contro gli inciuci. In questa regione destra e sinstra si mettono d’accordo pur di mantenere la poltrona, noi vogliamo dare alla Sicilia una speranza di normalità. Qualche posto di lavoro in più e qualche immigrato clandestino in meno».
Sul tema immigrazione Salvini ha ribadito quanto va dicendo da mesi: «Non penso che la Sicilia debba diventare un ostello per centinaia di migliaia di immigrati clandestini. La Sicilia merita altro, di lavorare e di vivere su altro. Se ci sono italiani che speculano sui migranti devono essere messi in galera come chiunque altro». Ennesima stoccata, infine, all’indirizzo del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Pomo della discordia l’arresto del marocchino Abdel Majid Toui, ventiduenne accusato di aver dato sostengo al commando che ha assaltato il Museo del Bardo a Tunisi. «Alfano è una calamità naturale per i poliziotti, per la Sicilia e per l’Italia intera e spero vada a casa il più presto – ha detto Salvini -. Spero in Italia non ci sia il rischio terrorismo, ma più migranti sbarcano più il rischio è alto».