La legge sui deputati supplenti ha superato un primo passaggio decisivo a Roma. Dopo il via libera dell’Assemblea regionale siciliana. Il disegno di legge di modifica dello Statuto ha incassato un primo, fondamentale, voto favorevole in Senato. Il testo passa ora alla Camera. Dopo di chè, dovrà celebrare una pausa di tre mesi e tornare […]
Deputati supplenti, ecco chi sta preparando il trolley
La legge sui deputati supplenti ha superato un primo passaggio decisivo a Roma. Dopo il via libera dell’Assemblea regionale siciliana. Il disegno di legge di modifica dello Statuto ha incassato un primo, fondamentale, voto favorevole in Senato. Il testo passa ora alla Camera. Dopo di chè, dovrà celebrare una pausa di tre mesi e tornare poi al voto, prima a Palazzo Madama e quindi a Montecitorio.
Solo dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale si aprirà l’ultima fase: la Regione Siciliana dovrà approvare una legge attuativa per disciplinare concretamente le figure dell’assessore e del deputato supplente. Trattandosi di norma attuativa dello Statuto, non sarà soggetta a nessun referendum confermativo e sarà subito in vigore. Se non si presentano incidenti di percorso, saranno sei i possibili subentri che potrebbero ridisegnare gli equilibri dell’Ars.
Chi saranno i deputati supplenti
A casa di Fratelli d’Italia, il seggio di Alessandro Aricò dovrebbe essere occupato da Brigida Alaimo, oggi assessora comunale al Bilancio nella giunta del sindaco di Palermo Roberto Lagalla. A Messina, al posto di Elvira Amata subentrerebbe Ferdinando Croce, già capo della segreteria dell’ex assessore Ruggero Razza, poi nominato alla guida dell’Asp di Trapani e dimessosi dopo le polemiche sui ritardi dei referti istologici. Oggi è assessore comunale a Giardini Naxos.
Nel collegio di Agrigento la norma potrebbe invece aprire le porte dell’Ars a Giovanni Di Caro, attuale consigliere e assessore comunale a Ribera. Di Caro ha lasciato FdI ed è oggi in una fase di avvicinamento a Forza Italia. Per la Lega, l’eventuale sostituzione di Luca Sammartino permetterebbe l’ingresso all’Ars di Ezio Mannino, già vicesindaco di Paternò e nominato commissario dell’Istituto di incremento ippico di Catania. A Trapani, invece, il seggio di Mimmo Turano aprirebbe la strada a Eleonora Lo Curto, già deputata regionale con l’Udc, figura di riferimento del centrodestra e candidata in pectore alle amministrative di Marsala.
In Forza Italia, infine, la norma imporrebbe la sospensione del mandato parlamentare anche a Edy Tamajo. Al suo posto tornerebbe all’Ars Francesco Cascio, esponente storico del centrodestra siciliano, già presidente dell’Assemblea regionale e assessore con Totò Cuffaro, assolto in passato da un’accusa di corruzione e oggi amministratore unico di Sicilia Digitale, la partecipata regionale che gestisce i servizi informatici.
Non solo tecnicismo
Dietro a quello che può sembrare un puro tecnicismo, in realtà, potrebbe scompaginare il fragile quadro di equilibrio all’interno della maggioranza. Anche perché il seggio all’Ars, ce lo insegna la storia, potrebbe favorire ulteriori travasi da un partito all’altro. Anche perché la campagna acquisti è già aperta e, in questo caso, non si fanno sconti a nessuno. La prossima competizione elettorale sarà non solo il banco di prova di Forza Italia – che nel 2022 è stato il partito con maggiori voti – ma anche le mire, non nascoste, di Fratelli d’Italia. Che pensa allo scranno del Presidente.