Il 17enne, originario del Gambia, è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo la procura etnea sarebbe uno degli organizzatori del viaggio che ha portato alla morte di almeno 40 persone, decedute durante le fasi di soccorso. I superstiti e i corpi - uno dei quali è stato identificato da un parente - sono stati condotti ieri nel porto etneo
Migranti, fermato presunto scafista minorenne Riconosciuta una delle salme giunte a Catania
S.H., 17 anni, originario del Gambia, è accusato di essere uno degli scafisti che ha condotto uno dei gommoni di dieci metri soccorsi il 3 maggio dal mercantile maltese Zeran e giunto ieri a Catania con a bordo 194 persone e cinque cadaveri. Nel corso delle fasi di recupero, come dimostrano anche le immagini girate dall’equipaggio del cargo e dalle testimonianze dei superstiti, alcune persone sono cadute in mare. Oltre 40 avrebbero perso la vita. La procura di Catania ha subito aperto un fascicolo e ha individuato nel minorenne uno dei responsabili della traversata. È accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e si trova adesso al centro di prima accoglienza di via Franchetti.
I cinque corpi recuperati dalle acque sono stati trasportati assieme ai migranti nella città etnea. Una salma è stata riconosciuta da un parente; altri hanno raccontato che a bordo dei gommoni si trovavano altri familiari o conoscenti che non sono tra i 194 superstiti sbarcati ieri. Sono in corso le identificazioni degli altri quattro corpi. Ieri sono state effettuate anche le autopsie per stabilire le cause dei decessi.
Secondo i migranti, i compagni di traversata sono morti sull’imbarcazione. Testimonianza confermata anche da un primo esame esterno dal quale sarebbe emerso che i cinque sarebbero morti perché calpestati da altri migranti che tentavano di raggiungere la salvezza. Le vittime sarebbero rimaste relegate sul fondo dell’imbarcazione, invaso dall’acqua. Un giovane di origini gambiane ha raccontato a MeridioNews i momenti più concitati dei soccorsi: «Eravamo 137 sull’imbarcazione, dopo che molti si sono gettati in acqua, ci siamo ritrovati in 91». Una testimonianza che porta a 46 il possibile numero di morti.