1 maggio a Portella nel nome dei migranti «Il loro sogno era lo stesso dei siciliani»

La deposizione dei fiori al cimitero, il concentramento alle 9.30 alla Casa del Popolo e il corteo da Piana degli Albanesi fino al luogo della strage. Si rinnova a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, l’appuntamento con la tradizionale commemorazione delle vittime della strage a opera della banda di Salvatore Giuliano. Il primo eccidio dell’Italia repubblicana targato 1 maggio 1947, che costò la vita a undici persone, vittime a cui si aggiunsero una trentina di feriti. Ma quest’anno il primo maggio di Portella della Ginestra avrà un sapore diverso. Sarà dedicato, infatti, agli esodi dei migranti, a quanti per sfuggire alle guerre dei loro Paesi e realizzare un sogno di libertà hanno perso la vita.

Il titolo dell’iniziativa è uguale a quello scelto per il primo maggio a Pozzallo: «La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro e sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso». E se nella città del Ragusano sarà la leader della Cgil, Susanna Camusso, a tessere il filo che unisce la lotta per il lavoro a quella contro «la criminalità di chi usa l’accoglienza a scopo di lucro», a Portella della Ginestra è previsto l’arrivo del ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Secondo il programma stabilito con il dicastero di via Arenula, il guardasigilli sarà presente alle 8.30 alla deposizione di una corona di fiori presso la cappella delle vittime di Portella della Ginestra, all’interno del cimitero di Piana degli Albanesi. Dopo l’esecuzione del Silenzio, per rendere onore ai morti, seguirà la celebrazione con il rito ortodosso. La commemorazione proseguirà poi con gli interventi del sindaco di Piana Vito Scalia, del segretario generale della Cgil di Palermo Enzo Campo e dello stesso ministro.

«Quello dei migranti di oggi era lo stesso sogno delle popolazioni meridionali e dei siciliani, che dal 1861 in poi furono protagonisti di un grande esodo che coinvolse milioni di persone – spiega Campo -. Erano donne, uomini, bambini. E non numeri. Avevano anche loro un sogno da realizzare e i sogni non possono morire. A Portella domani ricorderemo persone, la comunità dei migranti e i lavoratori, parte integrante di uno stesso movimento, animato dal sentimento dell’inclusione, dove il più forte aiuta il più debole».


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