Totò Cuffaro avrebbe rivestito il ruolo di «vertice dell’associazione» criminale. Con lo scopo di «consolidare un comitato d’affari occulto in grado di infiltrarsi e incidere sulle attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione Siciliana». Il motivo? «Catalizzare il consenso elettorale del maggior numero di cittadini». In sintesi, è questo il durissimo atto d’accusa della procura di […]
Foto di Totò Cuffaro
Le mani di Totò Cuffaro su appalti e posti di lavoro: «Voleva consolidare un comitato d’affari occulto»
Totò Cuffaro avrebbe rivestito il ruolo di «vertice dell’associazione» criminale. Con lo scopo di «consolidare un comitato d’affari occulto in grado di infiltrarsi e incidere sulle attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione Siciliana». Il motivo? «Catalizzare il consenso elettorale del maggior numero di cittadini». In sintesi, è questo il durissimo atto d’accusa della procura di Palermo, fissato nell’indagine nei confronti dell’ex presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, già condannato in via definitiva per avere favorito Cosa nostra. Nei suoi confronti, i magistrati hanno chiesto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Totò Cuffaro, però, non è il solo a essere coinvolto nell’indagine. Insieme a lui ci sono altri politici. Come Saverio Romano, ex ministro all’Agricoltura in uno dei governi di Silvio Berlusconi. E il deputato regionale della Dc Carmelo Pace. In mezzo, anche imprenditori, medici e manager nel mondo della sanità. Settore, quest’ultimo, su cui – secondo la procura – Cuffaro avrebbe concentrato i propri interessi. I pm ipotizzano, a vario titolo, i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti e corruzione.
L’appalto all’Asp di Siracusa per il servizio di ausiliariato
Tra le gare d’appalto finite sotto la lente d’ingrandimento della procura, c’è quella per il servizio di ausiliariato all’Asp di Siracusa. Un appalto che, secondo le accuse, sarebbe stato pilotato affinché venisse aggiudicato alla Dussmann Service, società con sede a Milano. In cambio della promessa di «assunzioni, contratti, subappalti e altri vantaggi patrimoniali». A elargirli sarebbero stati gli indagati Mauro Marchese e Marco Dammone, entrambi inquadrati all’interno della Dussmann, con i ruoli di rappresentante legale e funzionario commerciale.

Per ottenere l’appalto, ognuno avrebbe avuto un ruolo determinante. A partire da Alessandro Caltagirone, direttore generale dell’Asp di Siracusa. Il manager, stando alla procura, avrebbe sfruttato la propria influenza con la responsabile unica del procedimento, Giuseppa Di Mauro, e con i componenti della commissione aggiudicatrice. A farne parte erano Paolo Bordonaro, direttore medico dell’Umberto I di Siracusa, Paolo Emilio Russo, direttore amministrativo del presidio ospedaliero Avola-Noto e il bed manager Vito Fazzino.
«Su indicazione di Caltagirone – si legge nei documenti dell’indagine – concertavano il rinvio a data da destinarsi della seduta di gara prevista per il 31 luglio 2024, con la sola finalità di attendere la conferma del buon esito delle intese illecite». Come emerge da fonti aperte, il 28 novembre 2024 la rup Di Mauro sottolinea l’affidabilità e sostenibilità dell’offerta presentata da Dussman: ossia un’offerta da 17 milioni di euro. In questa storia, la procura contesta anche il ruolo assunto da Francesco Saverio Romano, Ferdinando Aiello e dal faccendiere Antonio Abbonato. «I quali hanno curato l’intermediazione con la controparte imprenditoriale». E c’è poi Cuffaro, che avrebbe ottenuto «il miglioramento delle condizioni contrattuali di due dipendenti dell’azienda da lui segnalati». In mezzo, le promesse di futuri subappalti a ditte indicate dagli altri indagati e l’incremento dei lavori per la ditta Euroservice dell’imprenditore palermitano Sergio Mazzola.
Il concorso truccato per 15 posti da operatore socio sanitario
Tra gli indagati compaiono anche i nomi di Roberto Colletti, commissario straordinario e poi direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia, e Antonio Iacono, direttore del Trauma center all’interno dello stesso presidio. Iacono ha rivestito il ruolo di presidente della commissione esaminatrice di un concorso pubblico per la copertura di 15 posti a tempo indeterminato come operatore socio sanitario. Secondo l’indagine, avrebbero truccato il concorso per fare risultare vincitori dei soggetti segnalati da Totò Cuffaro. Determinante il presunto ruolo svolto da Vito Raso, «parte attiva nella consegna delle tracce del concorso in anteprima ai candidati». Almeno secondo quanto si legge nelle contestazioni nei confronti del segretario particolare dell’assessora regionale alla Famiglia Nuccia Albano, in quota Nuova Dc (non indagata, ndr) Coletti, grazie a Cuffaro, avrebbe ricevuto la conferma a direttore generale, mentre Iacono avrebbe ottenuto la promessa di diventare direttore dell’unità di Anestesia e rianimazione.
Non solo sanità: la vicenda del direttore del consorzio di bonifica
Gli appetti della presunto comitato d’affari retto da Totò Cuffaro si sarebbero estesi anche all’interno del consorzio di bonifica occidentale della Regione Siciliana. Risulta indagato Giovanni Giuseppe Tomasino che dell’ente è direttore generale. Secondo gli inquirenti, Tomasino avrebbe avuto un occhio di particolare riguardo per le imprese dell’imprenditore Alessandro Vetro. Il quale, almeno in una occasione, avrebbe consegnato somme di denaro a Cuffaro e al deputato regionale Pace, indicati come intermediari, così da farle avere al direttore del consorzio.
Il ruolo del deputato regionale della Nuova Dc Carmelo Pace
Se Totò Cuffaro viene indicato come vertice dell’associazione, capace di incidere sulle nomine, il deputato regionale Pace è bollato come uno dei presunti ingranaggi. A lui sarebbe spettato organizzare «complessi rapporti corruttivi con privati, enti e imprese, intrattenendo continui contatti con funzionari pubblici e con interlocutori politici, sia in ambito istituzionale che al di fuori». Un’opera di lobbysmo considerata illecita e basata sulla mediazione, d’intesa con Cuffaro, ma anche con un presunto ruolo direttivo quando c’erano da impartire disposizioni ai pubblici ufficiali o agli altri sodali.