«Da ieri sera il dissalatore di Gela immette nella rete idrica 50 litri d’acqua al secondo, a vantaggio della fascia costiera e con beneficio del Nisseno e dell’Agrigentino». L’annuncio, nella giornata di Ferragosto, arriva dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani. «È il secondo dei tre impianti strategici realizzati dalla Regione per contrastare l‘emergenza idrica in Sicilia […]
Siccità, in funzione il dissalatore mobile di Gela: «Immette 50 litri d’acqua al secondo, che raddoppieranno»
«Da ieri sera il dissalatore di Gela immette nella rete idrica 50 litri d’acqua al secondo, a vantaggio della fascia costiera e con beneficio del Nisseno e dell’Agrigentino». L’annuncio, nella giornata di Ferragosto, arriva dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani. «È il secondo dei tre impianti strategici realizzati dalla Regione per contrastare l‘emergenza idrica in Sicilia – aggiunge – A regime, entro pochi giorni, l’impianto avrà una produzione di acqua fino a circa 100 litri al secondo». Un successo, sottolinea il governatore, che dimostrerebbe come «è possibile intervenire velocemente contro le emergenze storiche». Per poi promettere di proseguire «nel compimento degli interventi infrastrutturali, da completare e accelerare».
L’annuncio del ricorso ai dissalatori mobili per affrontare la crisi idrica siciliana era arrivato lo scorso settembre, a seguito di una riunione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Il nostro obiettivo è realizzarli entro l’estate dell’anno prossimo», diceva allora Schifani. Obiettivo centrato, seppur dopo una lunga distrazione: considerato che i dissalatori non sono rientrati né nei progetti del Pnrr né, fino allo scorso anno, nella programmazione regionale. Utilizzando, adesso, risorse del fondo di sviluppo e coesione destinate alla Sicilia, per una spesa prevista di cento milioni di euro.
Porto Empedocle (nell’Agrigentino), Trapani e Gela: questi i tre siti scelti per le strutture. Installati a fine giugno, il primo era già entrato in funzione a inizio agosto. E ieri sera è toccato a Gela, con maggiore fortuna, si spera, del suo predecessore: realizzato nel 2006 e rimasto in funzione per soli sei anni. Passaggi di un piano regionale a cui aggiungere anche il revamping, ossia il rinnovamento, dell’impianto fisso di Porto Empedocle. Valutato anche per il gemello di Gela, abbandonato tra erbacce e ruggine, ma giudicato dai tecnici troppo lungo e costoso.