Da 25 anni musicista per professione e insegnante di chitarra al conservatorio etneo per passione, Agatino Scuderi è spesso in viaggio all'estero per i suoi concerti. «Ma il mio cuore rimane a Catania, la mia città, dove suono quasi ogni giorno», racconta
Agatino Scuderi, una vita da concertista «Grazie alla musica ho girato il mondo»
«L’amore per la chitarra me l’ha trasmesso mio fratello quando ne ha portata una a casa dei nostri genitori», racconta Agatino Scuderi spulciando tra i ricordi. Da quel primo incontro con la chitarra classica non c’è stata nessuna soluzione di discontinuità per lui. «È stato amore a prima vista per me, mentre mio fratello è diventato medico», ride Scuderi. Che oltre a suonare lo strumento, dopo aver appreso l’arte «dai maestri più grandi del genere», lo insegna ai suoi allievi al conservatorio Vincenzo Bellini di Catania. È proprio nell’istituto etneo che inizia i giovani all’apprendimento della chitarra classica, in una classe in cui gli allievi sono solo dodici, ma ognuno dei quali con voglia di imparare «da uno come me, che grazie alla musica ha girato i cinque continenti, apprendendone gusti, note e tocchi».
La formazione musicale di Scuderi parte dall’Italia – dal conservatorio Niccolò Piccinni di Bari – e registra uno dei momenti di più alta specializzazione nella penisola Iberica. In Spagna, nelle città di Cordoba e Siviglia, il chitarrista etneo frequenta i seminari, per fare solo alcuni nomi, di Alirio Diaz, Linda Calsolaro e Eliot Fisk. Per la composizione si affida, invece, ai corsi organizzati dal maestro Alexander Mullenbach. Ma «non per questo ho mai deciso di fermarmi, dando la mia formazione per completa», spiega Scuderi. Che nel frattempo non disdegna di iniziare a dedicarsi all’attività di concertista. «È il mio lavoro ed è allo stesso tempo la mia vita», afferma con sicurezza. E con il ricordo delle soddisfazioni ottenute dai primi riconoscimenti musicali che gli consegnano i vari concorsi ai quali prende parte. «Dall’Italia al Brasile, dall’Ecuador agli Stati Uniti ho raccolto diversi premi ma – continua Scuderi – anche la mia terra mi ha ricordato». Nella città in cui è sempre tornato dopo ogni concerto ha ritirato, infatti, qualche anno fa il premio Mediterraneo Città di Catania.
La menzione che più lo riempie di orgoglio è però quella ricevuta «nel tempio riconosciuto da ogni musicista», si entusiasma. Il luogo ritenuto così sacro da suscitare ancora emozione al solo pensiero è il Carnegie Hall di New York che lo premia come miglior chitarrista in una sezione speciale. E la sua musica, ricca di influenze etniche diverse, è apprezzata non solo dal mondo degli accademici ma anche dal suo pubblico. Che lo segue in molte date e che lo accoglie sul palco come se fosse al suo debutto.
I suoi dischi spaziano dalla musica da camera alle sonorità ispano-americane. L’ultimo album dal titolo Evocaciòn è un inno e allo stesso tempo un ringraziamento per il maestro Alirio Diaz, ed è anche con i brani contenuti in questo lavoro che Scuderi dà vita alle numerose rassegne musicali organizzate per lui in Italia e all’estero. «Prossimamente suonerò a Londra, ad Amburgo, a Zurigo e nei Paesi della penisola scandinava. Ma il mio cuore rimane a Catania, la mia città, dove suono quasi ogni giorno», conclude Scuderi.