Bastione degli infetti, spazzatura dentro le mura «Piccole azioni per dire che non ci vogliono qui»

«Non è casuale: hanno preso la spazzatura, l’hanno sollevata e fatta passare da sopra il portone d’ingresso. A un passo di distanza c’è un’area incolta esterna al Bastione: se avessero solo voluto scaricare quelle cose da qualche parte, avrebbero potuto farlo lì molto più comodamente». Salvatore Castro, presidente del comitato Antico corso, sabato mattina ha trovato una cassetta di legno piena di bottiglie, cocci, scatole e cartoni all’ingresso del Bastione degli infetti di via Torre del vescovo. Il bene – il terzo più votato in Sicilia tra i Luoghi del cuore del Fondo ambiente italiano – che i cittadini aprono alle visite del pubblico ogni fine settimana e che fa parte delle storiche fortificazioni della città fatte costruire da Carlo V. «Non vorrei apparire complottista, ma a me sembra un altro piccolo gesto per manifestare che qualcuno non vuole che noi stiamo qui, a riportare attenzione su quest’area della città», racconta il residente. 

«Uno stillicidio», lo definisce Castro. L’ennesima piccola azione contro il Bastione degli infetti. Un’altra era stata quella colla con la quale era stato riempito il lucchetto del cancello d’accesso, il 17 gennaio 2015. «Una ritorsione», aveva detto Castro all’epoca. «Ci vedo una linea di continuità», dice oggi. Lo scorso fine settimana era andato, come ogni sabato mattina, ad aprire il Bastione per i visitatori. Era previsto un gruppo di turisti da Messina, che avevano scoperto il Bastione degli infetti grazie alla classifica finale dei Luoghi del cuore del Fai. Ma la spazzatura davanti all’ingresso, nella parte interna, li ha costretti a una pulizia straordinaria. «Non sappiamo da cosa possa essere stato generato un gesto simile, le nostre sono solo ipotesi. Certo è che ormai è chiaro che del Bastione ci occupiamo noi, il comitato popolare Antico corso, e forse questo è un problema». Loro si sono rimboccati le maniche, hanno raccolto i rifiuti e hanno telefonato alla Oikos, la ditta che li raccoglie per conto del Comune di Catania. «Loro sono venuti e tutto è tornato normale, le visite si sono fatte senza problemi», dice Salvatore Castro.

«Visto che viviamo in una società di numeri – continua Castro – abbiamo cominciato a raccogliere nomi e indirizzi email delle persone che vengono a scoprire il Bastione. Così, un domani, potremo raccontare con i dati alla mano quante persone vengono a vedere questo posto». Un luogo che, specie negli ultimi mesi, è stato più volte al centro di fatti di cronaca. Per esempio quando, il 4 febbraio, al suo interno sono state sequestrate una trentina di batterie di fuochi d’artificio abusivi e artigianali destinati a essere esplosi al momento del passaggio del fercolo di Sant’Agata in processione. In quell’occasione, il prato del Bastione era stato allestito per i botti illeciti ma era stato ripristinato dall’intervento delle forze dell’ordine. 


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